Il consigliere comunale Cesare Serino, di Sant’Agata dei Goti (BN), si esprime sulla polemica scatenata intorno alla bozza di modifica della legge regionale 8/96: “Tanta meraviglia per cosa?”.
In Campania dal mese di Novembre scorso, nel momento in cui una autorità politica regionale, l’Onorevole Carlo AVETA, ha presentato una bozza di modifica della legge regionale 8/96, si è scatenata una sorta di guerra avverso la stessa.
La proposta di modifica, protocollata al numero 270/2011 del registro generale della Regione Campania, sinteticamente offre ai cacciatori campani la possibilità di poter esercitare il prelievo ai migratori liberamente su tutto il territorio regionale ed inoltre appone una modifica all’amministrazione degli ATC rendendo partecipi al comitato di gestione tutte le associazioni venatorie.
La proposta AVETA, in effetti facilita tutti i cacciatori campani, che in maggioranza si dedicano alla caccia migratoria ed inoltre si rende visibile e trasparente la gestione dei comitati ATC attraverso il processo democratico di partecipazione, appunto con la presenza di tutte le associazioni venatorie.
Esprimere un potenziale commento negativo verso tale proposta è quanto di più inimmaginabile possa esserci : ci sono tutti gli elementi componenti la democrazia sociale, la partecipazione, la libertà di movimento sul territorio, le scelte condivise, partecipate e concertate nell’ambito della gestione degli ATC.
Eppure il meccanismo occulto avverso la libera democratica partecipazione cerca di demolire quanto possa esserci di più trasparente in un processo socio-politico democratico: è vergognoso tale atteggiamento e da libero cittadino, condanno vivamente tale processo antidemocratico ed invito tutti a bandire quanti perorano questo sistema aberrante.
Non a caso infatti in Campania per evitare lo stabilirsi di un processo democratico gestionale della caccia nasce il famoso articolo 34 della legge regionale finanziaria 2012, nel quale si impongono limitazioni ai cacciatori campani e si inserisce nei comitati di gestione degli ATC , l’ ENCI.
E’ noto a tutti che la legge finanziaria in generale è una legge blindata, ovvero è garante irrevocabilmente di quanto viene definito e la cui modifica comporta un processo molto ma molto lungo. Pertanto il meccanismo occulto ha anticipato il meccanismo di partecipazione democratica al processo legislativo, intralciando quanto possa essere libero, democratico, partecipato, concertato e concordato. Questo il nodo che il pettine incontra, questo l’intralcio che rallenta tutto il processo evolutivo e gestionale del mondo venatorio campano.
Adesso tutti evidenziano ed elogiano le capacità di qualche associazione venatoria, tutti denigrano le altre associazioni, tutti lanciano sassi, a destra ed a manca. Per questo motivo si invoca la pari dignità, la partecipazione, la libera concertazione, l’equa condivisione, la trasparenza, l’equilibrio.
Non a caso al comitato tecnico faunistico regionale le due ultime e recenti regolari convocazioni sono state disertate da alcune associazioni, non solo venatorie ma anche agricole ed ambientaliste nonché anche dalle rappresentanze politiche provinciali. Questo deve far riflettere vivamente: è il segno evidente che le cose devono cambiare.
Non può esistere nel terzo millennio chi si autoproclama deus ex machina in un contesto di 45mila cittadini campani di sicura moralità e dignità. Non può esistere chi impone disposizioni senza concertazione, senza condivisione, non può esistere chi blinda postazioni al fine di gestire quanto i 45mila onesti cittadini campani versano.
Questo non è un metodo democratico: quanto succede è un metodo coercitivo che necessariamente deve essere debellato, dal momento che i fondi che incrementano i capitoli di gestione venatoria provengono esclusivamente dagli esercenti l’attività venatoria e pertanto tutti i cacciatori, attraverso tutte le associazioni venatorie, senza restrizioni né distinguo, devono essere partecipi al processo gestionale ed amministrativo dell’esercizio venatorio.
L’esercizio del governo della caccia non è appannaggio di pochi intimi personaggi che orbitano nel sistema, la caccia che è attività anche produttiva, deve essere partecipata, concertata, condivisa. Solo così noi tutti 45mila cacciatori campani possiamo sperare in un futuro venatorio migliore.
Serino CESARE
Consigliere Comunale di Sant’Agata dei Goti (BN)