Con un proprio comunicato il Presidente Provinciale di ANUU espone le problematiche in ambito legislativo venatorio che stanno interessando il mondo venatorio.
L’omertà, ovvero l’atteggiamento di ostinato silenzio atto a denunciare infrazioni e l’ignavia, ovvero la mancanza di volontà e forza morale a prendere posizioni, sono le cause maggiori dei problemi del mondo venatorio della regione Campania, che vive in un apparente stato di benessere.
Il problema in effetti inizia a sorgere circa venti anni fa, allorquando furono istituiti i parchi regionali, che ridussero abbondantemente il territorio utile venatorio: nella sola provincia di Benevento sono presenti ben tre parchi regionali, il Partenio, il Taburno Camposauro ed il Matese, che interessano anche le province di Avellino e Caserta.
La elevata urbanizzazione anche ad indirizzo industriale e commerciale ha inoltre ridotto notevolmente nelle aree metropolitane, in particolare nell’area partenopea, un territorio una volta ad elevata intensità agricola e pertanto la provincia di Napoli è priva del territorio necessario alla costituzione dell’ambito territoriale di caccia, anche per la presenza del parco del Vesuvio.
Nella provincia di Salerno infine, interessata dal grande parco del Cilento e del Vallo del Diano, tale territorio va ad assommarsi alle altre aree protette dell’avellinese e del casertano, del parco dei monti lattari e dei monti picentini. Questi tra i principali elementi determinanti la grande problematica dei 45mila cacciatori campani.
Alla carenza del territorio utile venatorio in Campania, mai tutelato sotto tale aspetto, si assommano le varie problematiche relative all’esercizio venatorio, che decorosamente i cacciatori non preferiscono esternare, e per dignità e per senso etico di rispetto ad una pratica già osteggiata da forme estreme di pensiero.
Ovviamente tutto ciò è ombreggiato dall’atteggiamento, non apparentemente omertoso nel quale si incuneano le varie attività dell’apparato burocratico amministrativo che regolamentano le risorse venatorie che unitamente alla non evidente ignavia formulata dalla posizione di alcune rappresentanze, causano uno stallo nella politica venatoria, lasciandola ferma e priva di elementi evolutivi.
Per questo ed altri motivi è invocata nella regione Campania, la “par condicio” tra le associazioni venatorie, la pari dignità per l’amministrazione dei comitati di gestione degli ambiti territoriali di caccia, sinora appannaggio di pochi eletti, favoriti da una legge obsoleta, che necessariamente in virtù dei principi fondamentali della democrazia, partecipazione e trasparenza,deve essere modificata.
Questo principio è la piattaforma sulla quale traghettare le varie formule strategiche prospettate dalle rappresentanze venatorie che concertano e condividono in pari dignità e concretizzano alla politica legislativa della Regione Campania,per la tutela delle esigenze dei 45mila praticanti l’esercizio del prelievo venatorio appunto nel territorio dell’intera regione campana.
Solamente questa formula risolutiva e questo principio basilare,la par condicio delle associazioni venatorie nella formula amministrativa dei comitati di gestione degli ambiti territoriali di caccia, permetterà l’istituzione del principio di equilibrio e di partecipazione democratica alle scelte programmatiche e di controllo del territorio venatorio. A privilegio della salubrità della categoria tale è la formula più auspicabile.
Gli organi di rappresentanza non sono prodotti commerciali, frutto della propaganda nelle campagne di acquisto: paradossalmente il metodo è questo, ma la formula interpretativa di rappresentanza è ben altro e non si valuta pitagoricamente, ma semplicemente seguendo il principio di pari dignità.
Questo il mio invito alle autorità politiche preposte,al fine di sanare definitivamente la realtà venatoria nella regione Campania.
Serino CESARE
Consigliere Comunale in Sant’Agata dei Goti (BN)
Presidente Provinciale ANUU
Vice Presidente Regionale ANUU