Il consigliere Serino critica la Regione Campania per l’esclusione dei cacciatori dalle decisioni sulla gestione dei loro stessi fondi.
Con un propria nota il Consigliere Comunale di S.Agata dei Goti (BN) e Presidente Provinciale ANUU Benevento, Cesare Serino, critica l’estromissione dei cacciatori, ovvero le loro sigle sindacali di rappresentanza, dalla stesura di una bozza del regolamento che dovrebbe gestire i fondi stessi dei cacciatori.
Si legge nella nota di Serino, “Oggigiorno benché nel terzo millennio, resta difficile interpellare l’attuazione dei principi fondamentali di democrazia e partecipazione: non da meno è il mondo venatorio,a maggior ragione in una regione depauperata anche sotto l’aspetto venatorio quale è la Campania”.
“E’ sorto un coordinamento regionale di ben sei associazioni venatorie su sette che invoca la par condicio,la democrazia,la trasparenza e la partecipazione nella gestione della caccia protocollando alla 8^ Commissione Regionale Agricoltura una richiesta di revisione della Legge Regionale 8/96 quando vediamo che la stessa Regione Campania convoca il Comitato Tecnico Faunistico Venatorio per il giorno 17 aprile con all’ordine del giorno la bozza di regolamento per l’istituzione e la gestione degli ambiti territoriali di caccia alla fauna stanziale e per l’esercizio della caccia programmata in Campania, nella quale è diviso il territorio della Regione Campania in macro aree quali l’Area campana nord occidentale, l’Area appenninica e preappenninica Casertana e Zona vesuviana, l’Area appenninica e preappenninica Beneventano Napoletana, l’Area appenninica e preappenninica Avellinese-Napoletana, l’Area Salernitana e penisola Sorrentino – amalfitana, le Aree contigue del Parco N.C.V.D. ed inoltre tutto il territorio campano è infine suddiviso in numero di cinque Ambiti Territoriali di Caccia denominati dal numero 1 al numero 5, senza identità provinciale e secondo una geografia territoriale amorfa”.
“E’ da evidenziare che nella stessa bozza rimane invariata la composizione del comitato di gestione degli ATC. Infatti è riportato quanto segue: “I Comitati di gestione degli A.T.C. sono costituiti con provvedimento della Giunta Provinciale e sono così composti: da tre rappresentanti, designati dai Presidenti provinciali delle Associazioni venatorie, riconosciute a livello nazionale ed organizzate nella Provincia, con il maggior numero di iscritti in ambito provinciale desunti dai tabulati in copia autentica consegnati alle Amministrazioni Provinciali entro il 28 febbraio di ciascun anno”.
“E’ superfluo inoltre rappresentare che in parallelo alla proposta delle sei associazioni venatorie regionali riunite sono presenti nell’ottava commissione agricoltura regionale altre varie proposte di modifica della Legge Regionale 8/96 pervenute da forze politiche ed altre associazioni: in particolare sono presenti proposte di iniziativa politica di onorevoli consiglieri regionali di maggioranza proponenti appunto la modifica della oramai obsoleta legge regionale 8/96”.
“Il dubbio sorge spontaneo:se presso il comitato tecnico faunistico regionale, organismo di consulta, all’ordine del giorno viene posta la bozza di proposta per il regolamento della gestione degli Ambiti Territoriali di Caccia, i quali si reggono esclusivamente sui fondi erogati dai singoli cacciatori, come mai i cacciatori stessi ovvero le loro sigle sindacali di rappresentanza non sono interpellati nella stesura di una bozza di regolamento che deve gestire i fondi stessi dei cacciatori? La domanda è spontanea ed istintiva. Chi cerca di manovrare a nome dei cacciatori in Regione Campania la gestione degli ATC? Questa è la domanda che pongo alla politica regionale della Campania”.
“Confido pertanto che gli organismi di consulta del Comitato Tecnico Faunistico Regionale della Regione Campania si ravvedano adeguatamente il giorno 17 aprile, dell’approvazione di tale ordine del giorno, un ordine imposto e non partecipato, in barba ai principi di democrazia ed abnegante la par condicio nella maniera più assoluta”.
“Spero tanto che il Presidente Caldoro sia adeguatamente argomentato in merito al fine di non permettere l’approvazione di un regolamento non condiviso né concertato dalla base”.