In Campania i cacciatori non residenti non possono accedere alle aree contigue ai parchi regionali; per l’on. Baldi urge una “rettifica”.
Alla vigilia di Ferragosto la Regione Campania ha emanato un decreto con il quale si vieta ai cacciatori non residenti l’accesso nelle aree contigue ai parchi regionali e quindi di potervi esercitare l’attività venatoria.
Sfuma così, dopo tante battaglie, una delle vittorie del mondo venatorio che aveva trovato nella nuova Legge Regionale sulla caccia, emanata di recente grazie anche al lavoro di alcuni consiglieri regionali, che concedeva ai cacciatori non residenti la possibilità di accedere alle aree contigue ai parchi regionali fino al raggiungimento della densità venatoria.
Inoltre proprio in questi giorni il Tar della Campania ha bloccato la pre-apertura della caccia accogliendo il ricorso presentato dal WWF riguardante la grande siccità di questo periodo aggravata dai numerosi incendi boschivi che hanno colpito il territorio campano, fino alla valutazione in Camera di Consiglio prevista per il 12 settembre.
Sulla questione l’on. Giovanni Baldi ha commentato, “Un atto quello dirigenziale che, seppur anticipato negli effetti negativi per il mondo venatorio dalla recente sentenza, non possiamo accettare tout court. A maggior ragione perché emanato in un blitz ferragostano a pochi giorni dalla riapertura della stagione venatoria. Si è creato un diffuso malessere e altrettanto scontento nel mondo dei cacciatori che invece aveva accolto con moderata soddisfazione la nuova legge sulla caccia da pochi giorni licenziata dal Consiglio Regionale”.
Proseguendo l’on Baldi ha annunciato, “Alla ripresa delle attività regionali chiederò un immediato decreto di rettifica con il quale si dovrà ribadire che fino al raggiungimento della densità venatoria sarà possibile anche per i non residenti andare a caccia nelle aree contigue ai parchi della Campania. Non devono spaventarci lo spauracchio di ricorsi o delle azioni di chi potrebbe impugnarlo. A noi politici toccherà impegnarci intanto su azioni più incisive quali le modifiche alle perimetrazioni delle aree contigue, con una loro sensibile riduzione territoriale e dei vincoli annessi”.