La sveglia fa in tempo a emettere mezzo trillo, e la mano si allunga a spegnerla indovinando perfettamente la traiettoria nel buio. Alle tre di notte la casa dorme, e con lei il resto della famiglia. Il sonno residuo impasta i primi movimenti con cui le calze e i pantaloni scivolano sulle membra calde di piumone. Lo zaino già pronto dalla sera prima accoglie gli ultimi oggetti, il thermos del caffè e qualche altro dettaglio dell’ultimo minuto, mentre lo sguardo vigile compie un’ultima veloce indagine sulla completezza dell’armamentario, immaginando le molteplici evenienze che potrebbero incombere sulla giornata. Non basta avere con sé la carabina e le munizioni: a caccia, da soli, bisogna essere pronti (o almeno attrezzati) per le più disparate situazioni.
Non c’è un vero appuntamento cui recarsi, nessuno ti aspetta. Solo il tuo programma minuzioso, verificato più volte, “se alle 4.00 sono sul posto, un’ora di cammino, dovrei essere in caccia prima dell’alba…”.
Hai certamente detto a qualche fidato amico dove caccerai. La tua auto sarà visibile facilmente da chi conosce la zona, ma quando la lascerai, sarai solo, nel bosco o su per le montagne, un piccolo insignificante bipede armato e silenzioso (non quanto si vorrebbe), la cui posizione sarà identificabile via telefono solo per i pochi, selezionati, eletti conoscitori della zona.
Mentre t’incammini, i muscoli si scaldano, i pensieri dapprima affollati nella mente “civile” si spogliano via via delle preoccupazioni quotidiane e, col fiato cadenzato in un affanno più o meno sostenuto, la concentrazione e la lucidità s’impossessano della tua mente. Pensi alla strada, al punto in cui l’ultima volta hai avvistato quel branco, alle parole con cui vorresti descrivere i colori e gli odori di questa notte che volge al mattino, ma una volta a casa non ne ricorderai più una. L’attesa dell’alba è un tempo lunghissimo, vuoto, immisurabile, forse anche noioso, eppure nessun dialogo serve. Nessun compagno ti manca, ora, che sei il padrone di tutto quello che ti entra negli occhi. Il peso delle spoglie nello zaino, della padella urente che ti ha fatto quasi piangere, o del dubbio cocente che ti ha tolto la pace quando hai visto andar via quell’animale con passo zoppicante….ecco: questo è troppo per le spalle del cacciatore solo. Eppure è per questa sofferenza, per questa libertà, che si sceglie la caccia in solitaria. Lontani dalle carovane di fuoristrada, lontani dagli altri uomini, nel silenzio, nel sacrificio e nella contemplazione, forse è la vera caccia. Forse è la libertà.