Caccia in Calabria. “La riforma della legge sulla caccia, soprattutto dopo il riordino delle funzioni anche per questa materia già assegnate alla Province e alla luce della costituzione della città metropolitana di Reggio Calabria, è uno dei temi da prendere in seria considerazione e per il quale assicuriamo fin d’ora il nostro impegno politico e legislativo”. E’ quanto hanno sostenuto i consiglieri regionali Mauro D’Acri (delegato ad occuparsi del settore per la Giunta regionale) e Arturo Bova (presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta).
L’occasione è l’incontro (a cui ha preso parte il dirigente Cosimo Caridi) svoltosi nei giorni scorsi in Consiglio regionale e che è valso, anzitutto, per aprire un “tavolo istituzionale” di confronto che dovrà affrontare le questioni di più stringente attualità del mondo della caccia finalizzato ad individuare le soluzioni legislative ed amministrative più adeguate.
L’incontro. D’Acri ha inoltre annunciato la convocazione per mercoledì 3 maggio presso la Cittadella Regionale della Consulta faunistica venatoria. L’incontro, introdotto dal presidente di Federcaccia Giuseppe Giordano (coordinatore delle associazioni venatorie calabresi), si è svolto tre mesi dopo l’improvvisa scomparsa del responsabile della Federcaccia regionale Gennaro Giuffrè, ricordato “per le sue doti umane e per essere stato il riferimento per lunghi anni del mondo venatorio calabrese”.
Si è discusso del Piano faunistico venatorio regionale, della vigilanza volontaria venatoria, delle problematiche delle Aziende faunistico venatorie, del regolamento per la caccia al cinghiale, delle norme finanziarie e dell’utilizzo dei fondi. Oltre a D’Acri, Bova e Giordano (Federacaccia), hanno fornito contributi al dibattito Franco Felicetta, Libera Caccia; Bruno Zema, Anuu; Pasquale Martino Italcaccia; Carmine Spezzano, Eps; Domenico Di Masi (in sostituzione del responsabile regionale Giuseppe Angiò) Enalcaccia e Giuseppe Spoleti (in rappresentanza del responsabile regionale Antonio Paolillo) di Arcicaccia.
Giuseppe Giordano ha segnalato “temi e problemi su cui è urgente riflettere e intervenire tempestivamente”. In particolare, Giordano ha sottolineato che “la caccia non assorbe risorse pubbliche, essendo un comparto che si autofinanzia interamente. Per cui – ha aggiunto -, visto che dal 2010 le associazioni venatorie non ricevono dalla Regione quanto di loro spettanza, è necessario definire le spettanze pregresse e al contempo determinare l’ammontare delle risorse che la Regione ha introitato dalle tasse versate dai cacciatori calabresi. Somme che debbono essere esclusivamente utilizzate per la pianificazione del comparto venatorio”.
D’Acri e Bova, dal canto loro, hanno assicurato “massima attenzione” e l’intenzione di “farsi carico, in sinergia con le associazioni venatorie, delle problematiche rappresentate, dal punto di vista politico ed istituzionale, con la consapevolezza “che occorre piena collaborazione per risolvere i problemi, ad incominciare dall’aggiornamento delle disposizioni legislative”. Non è stata sottaciuta la carenza di personale per l’ufficio caccia del Dipartimento che “va assolutamente potenziato”.
Nel tratteggiare le questioni da fronteggiare, particolare rilievo è stato riconosciuto al Piano faunistico venatorio regionale. “Spedite determinazioni” sono state sollecitate per la “vigilanza volontaria venatoria”, considerata “basilare per ogni forma di gestione e controllo faunistico – ambientale”. Sull’emergenza cinghiali, secondo le associazioni venatorie “occorre aprire una serena discussione scevra di pregiudizi e basata su elementi concreti di tecnica di gestione faunistica della specie”; in tal senso è stata proposta “la modifica del disciplinare”.
Fonte: Zoom24-DentrolaCalabria