Il Sindacato Venatorio Italiano, interviene con una nota in riferimento alle polemiche, tra l’Associazione Ente produttori Selvaggina ed il Presidente dell’ATC di Benevento, Gianluca Aceto, riguardanti le immissioni di lepri, oltre che alla paventata sospensione della caccia proposta dallo stesso Presidente dell’ATC. “Intendiamo fare un po’ di chiarezza, – spiega il sindacato – non fosse altro per informare correttamente tutti i cacciatori sia quelli iscritti alla nostra associazione che tutti gli altri”.
Giova ricordare che il SVI, non è un’associazione che emette polizze caccia, ma è un’associazione di cacciatori nata principalmente per collaborare, sollecitare, proporre, vigilare nell’interesse generale della caccia e dei cacciatori tutti, i soli ed i veri protagonisti principali, senza i quali, non esisterebbero le tante Associazioni Venatorie. Le attività e le azioni messe in atto, sono visionabili sul nostro sito.
Entriamo nel vivo della questione, e in primo luogo, relativamente alle immissioni delle lepri: in data 3 e 5 di gennaio sono state liberate, nel comprensorio dell’ATC di Benevento, delle lepri di cattura provenienti dall’Ungheria allo stato selvatico, vale a dire, lepri nate allo stato naturale in un vasto comprensorio, e quindi, già nel Dna dotate di tutte quelle caratteristiche per sopravvivere e sfuggire a qualsiasi pericolo.
Tale ultima caratteristica, – prosegue il sindacato – e cioè, lo stato selvatico della selvaggina in generale, è una delle azioni di cambiamento operate dalla nuova gestione caccia programmata Atv Benevento, poiché è notorio a tutti che prima ancora della gestione Aceto, le immissioni, siano esse di lepri e/o di fagiani, venivano operate in maniera non consona, vale a dire che l’ambito territoriale di caccia era erroneamente diventato come una grande azienda faunistico venatoria, poiché si trattava spesso di immissioni pronta caccia e non di gestione programmata, immissioni estranee agli indirizzi dettati dal Piano Faunistico Venatorio Regionale.
In considerazione di quanto suddetto, riteniamo che le immissioni avvenute, anche se in periodo caratterizzato da avverse condizioni meteo, non hanno per nulla causato danni alla specie, soprattutto perché tali lepri provenienti dall’Ungheria ben si adattano a resistere ad avverse condizioni meteo.
Le polemiche e le accuse, sono state poi, ben motivate e chiarite nel merito, con un articolo pubblicato dallo stesso Presidente dell’ATC Gianluca Aceto – aggiungono dal Svi -. Successivamente, la proposta di sospendere la caccia è stata oggetto di forti polemiche che hanno innescato dubbi a tanti cacciatori, i quali non avendo opportunamente approfondito la notizia, che ricordiamo per avere l’ufficialità doveva necessariamente essere pubblicata tempestivamente sul sito ufficiale www.campaniacaccia.it, hanno rinunciato ad esercitare l’attività venatoria.
In merito a ciò, va chiarito invece che, non si è trattato di una sospensione, tra l’altro non nei poteri dell’ATC, ma di una semplicissima e responsabile proposta, che vede codesta associazione coerentemente in linea, anche perché a nostro modesto parere, sulla questione sospensione, noi cogliamo l’occasione invece, per gridare all’inadempienza della Regione, per quanto concerne invece la specie “Beccaccia” che è stata macellata all’aspetto, e prelevata oltre il carniere giornaliero consentito, quando l’attuale Calendario Venatorio 2016/2017 riporta testualmente: “In presenza di eventi climatici sfavorevoli alla beccaccia (Scolopax rusticola) come nevicate in periodo di svernamento e/o periodi di gelo protratti per più giorni, gli Uffici competenti dovranno disporre l’immediata sospensione del prelievo di tale specie nelle aree interessate, e pubblicizzare tale interdizione con la massima tempestività”.
Su questa ultima questione, ben si è adoperato il Presidente Aceto, allertando chi di competenza affinché provvedessero a vigilare, e non solo per la specie Beccaccia, ma anche in riferimento ad altre specie, una per tutte, il tordo bottaccio, anch’esso ha subito una forte pressione venatoria oltre il numero consentito – conclude l’associazione -.
Ci chiediamo invece, dove stavano le associazioni venatorie a sollecitare e far rispettare alla Regione l’adempimento specifico della specie succitata e così facendo, si sarebbe elevato interesse al preservare, e credibilità e responsabilità per i cacciatori, che molto spesso, anzi sempre, sono additati quali carnefici. Per concludere, riteniamo il buon operato del CO.GE (Comitato di Gestione ATC) e del Presidente Aceto, che vede ad oggi importanti risultati, ne citiamo solo due per tutti: progetto di reintroduzione della starna; immissioni di selvaggina stanziale (lepri e Fagiani) con catture allo stato naturale avute luogo di consueto in Ungheria, ed i risultati sono evidenti per qualità e riproduzione nei siti di immissione.
In ultimo, riteniamo che una presidenza che non rappresentanti nessuna associazione sia stata a garanzia di serie pratiche di gestione dell’ambito a caccia programmata con l’intento di garantire la dovuta trasparenza e la qualità della programmazione delle immissioni nell’interesse di tutti i cacciatori.
Pertanto riteniamo nell’interesse della caccia gestita, la continuità dell’attuale CO.GE con presidenza Aceto, visto che dal 20 gennaio in ossequio alla legge Regionale n. 3 del 20/01/2016 art. 13 comma 2, cosi detta legge di stabilità, gli stessi CO.GE sono decaduti e bisogna entro 30 giorni, e quindi entro il 20 di febbraio, costituirne il nuovo.- Resta inteso che il SVI resterà sempre vigile nei confronti di chiunque ponga in essere una qualsiasi azione che dovesse essere contraria agli interessi dei cacciatori tutti”.
Sindacato Venatorio Italiano