Un escursionista di Peveragno (CN), appassionato di caccia, ha vissuto una brutta avventura durata circa mezz’ora di grande paura: mezz’ora al crepuscolo passata con due lupi che gli giravano intorno mentre percorreva il sentiero per tornare alla propria autovettura. Fortunatamente il sangue freddo da esperto cacciatore gli ha permesso di uscirne indenne e raccontare la storia.
L’esperienza di un cacciatore che, in giro in montagna per una semplice passeggiata, ha incontrato troppo da vicino due lupi. Tantissima paura e la raccomandazione alle autorità affinché avvisino di non avventurarsi da soli in montagna, anche sui sentieri, specie alla mattina presto e alla sera. Altro che lupi che hanno paura dell’uomo. Qualche giorno fa, nel tardo pomeriggio dello scorso 5 Settembre, Silvio Pellegrino, un cacciatore di trentaquattro anni di Peveragno, è incorso in una bruttissima avventura. Come sua abitudine stava compiendo una passeggiata in montagna (“frequento la montagna tutto l’anno, per sbinocolare, fare fotografie, mi piacciono la natura, gli animali”). Si trovava in località Folchi in comune di Vernante e mentre stava per ritornare alla macchina (mancavano 30-35 min. di cammino) quando ha incontrato due lupi sulla sua strada.
Erano quasi le otto. “Ho visto che mi seguivano. Allora con il seghetto da potatura ho tagliato un bastone e ho provato a battere. I lupi si sono fermati e sembrava non ci fossero più e ho tirato un sospiro di sollievo, poi – dopo cinque minuti – sono passati sotto il sentiero però non ero ancora troppo preoccupato perché pensavo potessero ancora andare per la loro strada. Invece, con mia preoccupazione vedo che risalgono sul sentiero davanti a me, mi guardano e poi passano sopra il sentiero. Hanno preso a passare sopra e sotto il sentiero, sorpassandomi e aspettandomi, arrivando a una distanza di 30-40 m e, quello che mi spaventava di più, guardandomi”.
Pellegrino precisa che per tentare di allontanarli o quantomeno per non farli avvicinare, batteva il bastone, fischiava, batteva le mani. Ma i lupi hanno continuato a girargli intorno. “Quando li vedevo camminavo, cercando di farlo normalmente, senza correre. Quando non li vedevo mi fermavo. Avevo molta paura, non sembravano proprio amichevoli; quando battevo vedevo i denti, non so se ringhiassero o se per la respirazione”. Il cacciatore aggiunge altri particolari: “Il cellulare non prendeva e io mi sentivo sempre più indifeso con la notte che mi stava prendendo, ero a mani nude. Confesso che se avessi avuto l’arma ero tanto impaurito che l’avrei usata dopo un quarto d’ora. Ho fatto grande attenzione a mantenere il sangue freddo, a non eseguire movimenti bruschi; quando mi guardavano sembrava che mi studiassero o che attendesso una mossa, un segnale da parte mia. Sono convinto che una persona non esperta fornendo involontariamente stimoli o segnali inappropriati avrebbe potuto scatenare l’attacco.
Appena il segnale del cellulare lo ha consentito il malcapitato escursionista-cacciatore ha chiamato il fratello fornendo la posizione di dove si trovava. Il fratello, a sua volta, ha chiamato la Guardia venatoria del comprensorio di caccia. “Se fosse stato mio fratello al posto mio, io gli sarei subito corso incontro con il fucile, lui è stato più freddo”. La guardia è arrivata quando Pellegrino era appena arrivato alla macchina. “Non ho visto con così tanto piacvere la mia macchina neppure quando l’ho comprata”.
l protagonista dell’avventura oltre a ringraziare la Guardia per essere comunque arrivata celermente sul posto ci tiene a sottolineare alcune cose: “Che fossero lupi di almeno due anni sono assolutamente certo, è lo stile della camminata che è impressionante, poi devo dire che mi sono preso uno spavento enorme avendoli visti per una trentina di volte a 30-50 m di distanza. Mi ha impressionato il fatto che fossero tutt’altro che spaventati dalla mia presenza ed anzi che per quello che si poteva capire avessero atteggiamenti poco amichevoli. Sulla base della mia brutta esperienza mi appello alle autorità perché avvisino la popolazione e i turisti di non avventurarsi da soli, speciela mattina presto e la sera.”
Da parte nostra vogliamo solo augurare ailupofili elupo mani, che spasimano per vivere esperienze di incontro con il loro beniamino, di vivere la stessa esperienza del cacciatore di Peveragno. Agli irresponsabili che profetizzano un futuro di sviluppo turistico, una vera e propria “economia dellupo” in provincia di Cuneo ci auguriamo che vengano sollevati da ruoli di responsabilità amministrativa.
Fonte: Ruralpini