In una propria lettera inviata alla Regione Puglia ed alla Provincia di Brindisi, Attilio Lorenzini del Comitato Faunistico provinciale critica “Ancora una volta il Servizio Ambiente della Provincia di Brindisi si ripropone con un errore madornale, mostrando la propria incompatibilità nei confronti della materia faunistico venatoria.
Infatti, con il Decreto n. 177 del 01/09/2015, con il quale si nomina il Comitato di Gestione dell’Ambito Territoriale di Caccia BR – A, viene nominato un componente per la terza volta consecutiva, in barba a leggi e regolamenti vari.
Nella giornata di venerdì 11 settembre 2015, l’Associazione Nazionale Libera Caccia, ha presentato all’Amministrazione Provinciale un’istanza, ai sensi della L. 241/90, con la quale si chiede di sospendere l’efficacia del Decreto 177 del 01-09-2015, revocandolo in autotutela, e riaprire una nuova istruttoria finalizzata alla sostituzione dei componenti senza requisiti.
Al di là di tutto per evitare di commettere l’errore sarebbe bastato verificare due cose essenziali:
•gli atti amministrativi che hanno nominato gli ultimi due comitati (Ovvero la Deliberazione di Giunta Provinciale DGP n. 39 del 27/02/2004 e la Deliberazione di Giunta n. 173 del 19/06/2007);
•la sentenza TAR Lecce n. 375/2007 che accoglie il ricorso presentato proprio dall’Associazione Nazionale Libera Caccia alla Deliberazione di Giunta Provinciale n. 12 del 27/01/2006 nella quale venivano nominati alcuni componenti dell’ATC BR/A per la terza volta consecutiva.
Premesso che tutti gli atti citati sono in possesso dell’Amministrazione Provinciale di Brindisi per averli prodotti lei stessa. Appare sconcertante come l’errore proposto oltre a delegittimare l’attuale Comitato di Gestione che risulta in regime di prorogatio sin dal 2012!!!, produca nocumento a tutta l’attività di programmazione e gestione del territorio, propria dell’organismo del quale stiamo trattando. Insomma tanto per cambiare: Perdiamo Tempo.
Discorso a parte merita la richiesta di accesso agli atti fatta e reiterata dal sottoscritto e per la quale il Servizio Ambiente risulta omissivo. Ritornando all’ipotesi di incompatibilità prima citata; e apparso immediatamente chiaro come il Servizio Caccia, con il cambio di Dirigenza sin dal 2012, si sia caratterizzato negativamente nei confronti delle materie faunistiche venatorie.
Infatti, da subito il Comitato Tecnico Venatorio Provinciale che ha una funzione fondamentale nel controllo e nella regolamentazione della caccia è stato immediatamente sminuito della propria funzione. Le riunioni vengono convocate una, massimo due volte l’anno e senza che gli argomenti ed i documenti a corredo degli argomenti vengano forniti preventivamente.
L’Amministrazione Provinciale ha dovuto restituire circa €650.000,00 alla Regione come fondi non spesi, non riuscendo a salvarli e quindi ad utilizzarli sul nostro territorio perché per ben tre volte ha presentato lo stesso progetto di tabellazione che ovviamente è stato puntualmente bocciato.
Probabilmente sarebbe bastato organizzare un’attenta attività di monitoraggio delle diverse specie stanziali e migratorie per poter spendere quei soldi nella nostra Provincia, ma soprattutto per conoscere meglio le dinamiche demografiche, nell’ambito rurale, della selvaggina.
A dicembre 2014 la Regione Puglia ha stanziato ben €35.000,00 per avviare e concludere le attività di redazione del Piano Faunistico Venatorio Provinciale; purtuttavia nulla è stato fatto. Si rammenta che quando si è andati a sollecitare l’avvio delle procedure, è stato sempre risposto dal responsabile, che la Provincia non aveva più la competenza in materia di caccia, sostenendo una mezza verità, perché si è dimenticato, d’un tratto, quanto disposto dalla Legge 56/2014 che nello specifico recita: ”Le funzioni che nell’ambito del processo di riordino sono trasferite dalle province ad altri enti territoriali continuano ad essere da esse esercitate fino alla data dell’effettivo avvio di esercizio da parte dell’ente subentrante”.
Discorso a parte merita il “nuovo corso” di verifica e riconoscimenti dei danni da selvaggina stanziale. Non solo viene richiesta una non bene identificata relazione tecnica, che oltretutto non è disciplinata dalla norma, ma ci si organizza a fare i sopralluoghi, per la verifica dell’esistenza di quanto denunciato, con estremo ritardo rispetto i tempi ristretti richiesti dalla norma.
Confidando in un rapido riscontro alla presente nota, attesa la correttezza istituzionale che fino ad ora ha caratterizzato il Presidente Bruno e nella, neanche segreta, speranza di una turnazione della dirigenza del Servizio. Si porgono cordiali saluti.
Attilio Lorenzini
( 15 settembre 2015 )
Fonte: PugliaTV