Il Bracco italiano : cane storico delle razze italiane da caccia. Utilissimo nelle prove venatorie e nella caccia a qualunque tipo di selvaggina, il Bracco italiano ha uno spiccato istinto di ferma e riporto naturale molto sviluppato.
Cane da caccia dotato di ottimo carattere, molto docile, dimostra una facilità di apprendimento molto spontaneo. La sua addestrabilità è buona, soprattutto se sollecitata con dolcezza. Il bracco italiano è una razza conosciuta sin dall’Antica Grecia, al punto da essere stato citato anche da Senofonte in una delle sue opere. Anche Dante Alighieri lo immortala in un bellissimo sonetto Sonar bracchetti e cacciatori aizzare…
Il Bracco italiano è stato selezionato e apprezzato per le sue qualità venatorie già a partire dal XV secolo e venne esportato dall’Italia alla corte dei Re di Francia.
Dopo un periodo in cui sembrava che la razza potesse scomparire fra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo, negli ultimi cinquanta anni il Bracco Italiano ha conosciuto una nuova diffusione e si è ripresentato oggi pienamente rigenerato, dopo molte selezioni accurate che ne hanno salvato le caratteristiche originali della razza.
Negli anni ’30 del 1900 è stato Paolo Ciceri, Presidente e fondatore della S.A.B.I. (Società amatori del Bracco italiano), considerato il “padre” del Bracco Italiano, ad iniziare il lavoro di recupero della razza. Molti libri sono stati scritti da Ciceri ed i cani del suo allevamento, dei Ronchi, sono stati considerati i migliori per lo standard di razza. Infatti, alcuni di questi esemplari sono stati introdotti anche in America dal figlio Giancarlo.
Il manto è di due tipi di colorazioni, Bianco-Arancio e Roano-Marrone, ma è possibile trovare anche manti Bianco-Marrone o Melato. Questi ultimi due sono piuttosto rari ed i soggetti di queste categorie sono molto delicati dal punto di vista della costituzione.
Il Bracco italiano si dimostra un cane molto versatile, adattandosi straordinariamente ad ogni tipo di caccia, avendo un altissimo senso della ferma. Assieme allo Spinone Italiano sono le uniche due razze da ferma dei cani da caccia italiani oggi esistenti. Dotato di ottimo carattere, viene considerata una razza particolarmente facile da addestrare, soprattutto se con dolcezza.
Ottimo cane da lavoro, può essere anche un compagno ideale anche per chi lo vuole utilizzare solo come cane da guardia o da compagnia. L’ottimo comportamento e la tipicità morfologica, hanno permesso a questa razza italiana di raggiungere la più alta partecipazione alle prove rispetto al parco cani esistenti. A tal proposito, il Bracco italiano si è anche distinto anche nelle esposizioni per la sua bellezza ed eleganza.
Il Bracco italiano è un canne che non presenta particolari problemi di salute o tare ereditarie. Oltre che per l’aspetto seducente e per l’accattivante dolcezza della sua espressione, la razza si differenzia per la predisposizione all’andatura di trotto con la quale sviluppa sorprendente velocità, frutto di una spettacolare spinta del posteriore.
A differenza di alcune razze inglesi da ferma, i quali hanno maggiori possibilità di grande cerca e notano con velocità la presenza della preda, il Bracco Italiano è si più lento, ma in compenso può essere utilizzato in ogni tipo di terreno e zona. E’ una razza molto intelligente ed affettuosa e con una sorprendente capacità di apprendimento. Una delle doti uniche, oltre all’aspetto fisico, è insita proprio nel comportamento e perciò dovrebbe essere valorizzata e pubblicizzata sempre di più in tutto il mondo.
La morfologia della razza è la seguente. Il tronco: la sua lunghezza è pari all’altezza al garrese e in alcuni casi leggermente superiore. L’altezza è compresa fra i 55 ed i 67 cm al garrese, con un torace ampio e profondo. La testa è stretta nelle arcate zigomatiche e misura i 4/10 dell’altezza al garrese. Gli assi cranio facciali sono divergenti, mentre il muso misura la metà della lunghezza totale della testa e la sua altezza è pari ai 4/5 della sua lunghezza. Le sue facce laterali, viste frontalmente, sono leggermente convergenti.
La caratteristica principale del cranio e’ quella di avere gli assi cranio facciali divergenti mentre il cesello e’ importante perchè sinonimo di distinzione. Il tartufo è voluminoso e visibilmente proteso sulla linea anteriore delle labbra.
La dentatura ha una chiusura a forbice, con le arcate dentarie che vanno a combaciare combaciare. Il collo, necessariamente, deve essere almeno i 2/3 della lunghezza totale della testa, con il distacco della nuca il quale deve essere ben marcato. La pelle deve elastica ma consistente e non devono esserci macchie nere.
Gli arti hanno appiombi corretti ed i tendini appaiono forti e staccati, mentre i metacarpi devono essere di giuste proporzioni, di discreta lunghezza ed asciutti. La spalla, la quale deve presentarsi lunga e sufficientemente inclinata, testimonia la muscolatura massiccia ed evidente. La linea superiore è composta da due linee. La prima inclinata quasi in linea retta, dal garrese arriva all’undicesima vertebra dorsale. La seconda, invece, è lievemente convessa e va a raccordarsi con la groppa.
La coda dritta e robusta alla radice, secondo le norme vigenti, può essere amputata fino ad un massimo di quattro/cinque vertebre, al fine di consentire all’animale di non ferirsi durante le battute di caccia, nel caso in cui dovesse inseguire una preda nei rovi ad esempio. Il pelo è corto, ispido, fitto e lucente.
In conclusione, il Bracco italiano, poiché razza di casa di nostra, ma anche per le sue caratteristiche oggettive, non può non essere considerata una razza molto affidabile e robusta, adatta a risolvere tutti i quesiti in ambito venatorio.
Come in ogni articolo che riguarda i cani, questo articolo mira anche e soprattutto a mettere in risalto l’importanza dell’educazione e dell’affetto indispensabili per la corretta crescita del cane. Non esistono cani cattivi (in tutti i sensi), ma solo e sempre cattivi padroni.