Caccia: Bergamo, i cacciatori bergamaschi esprimo tutto il loro dissenso sulla gestione del Piano faunistico.
Ieri, in una conferenza stampa, il Cupav, Coordinamento Unitario Provinciale delle Associazioni Venatorie, a nome dei cacciatori rappresentati ha espresso le proprie critiche verso il Piano Faunistico della Provincia di Bergamo annunciando una serie di osservazioni in merito. Dal Cupav ricordano che “il Piano Faunistico provinciale è frutto di un lunghissimo e tortuoso iter dopo una sentenza del Tar cui occorre ottemperare, ma non sembra ancora destinato a trovar pace: o meglio, verso la sua ultima versione, su cui si possono presentare osservazioni fino a domenica”.
Secondo i rappresentanti delle maggiori Associazioni Venatorie, tra cui Federcaccia, Anuu, Cpa, Enalcaccia, Liberacaccia, Italcaccia e Acl, rispetto alla precedente versione del Piano presentata lo scorso mese di giugno, “sono state introdotte una serie di restrizioni di cui siamo stati informati solo a gennaio, che hanno stravolto l’impostazione”. Tra i punti più contestati, “l’aumento, introdotto da giugno a oggi, della zona vietata alla caccia nell’ambito Prealpino. Poi, solo nel Parco dei Colli, ci sono 22-23 capanni che salteranno subito, e più o meno lo stesso numero destinati a morire nel tempo perché non cedibili. Così si perde una passione tramandata per generazioni”.
Altro punto di criticità riguarda le rotte migratorie che a dire dei cacciatori sono divenute al pari oasi di protezione visto che non si possono avere capanni di caccia nei 400 metri adiacenti; “Si sono istituite zone di protezione, in alcuni punti, senza avvisare nemmeno i proprietari delle aree interessate, e infatti anche dai privati arriveranno molte osservazioni”.
Infine i cacciatori del Cupav concludono con un’aspra critica, “È mancata la concertazione. A questo punto, siamo pronti a mobilitare i cacciatori bergamaschi, anche se abbiamo ancora la speranza che non ce ne sia bisogno”.
28 marzo 2013