I cacciatori bergamaschi contestano l’assessorato provinciale alla caccia e chiedono le dimissioni dell’assessore Cottini e di tutto lo staff.
Nella serata di giovedì scorso si è riunita a Bergamo, presso la Casa del Giovane, un assemblea a cui hanno partecipato circa duemila cacciatori per discutere delle varie problematiche che assillano il mondo venatorio bergamasco, tra i quali il Piano Faunistico Venatorio.
Poche ore prima si era tenuto un incontro tra l’assessorato provinciale alla caccia e gli esponenti delle associazioni venatorie bergamasche riunite nel CUPAV, il Coordinamento Unitario Provinciale, che non ha dato i risultati sperati pertanto all’assemblea serale presso la Casa del giovane i duemila cacciatori partecipanti hanno dato sfogo a tutto il loro malcontento.
Tutti i cacciatori bergamaschi con una sola voce hanno chiesto le dimissioni dell’assessore provinciale alla caccia, Alessandro Cottini, e del suo staff contestandone le scelte fatte soprattutto riguardo al Piano Faunistico Venatorio ancora in fase di elaborazione ma già più aderente alle richieste degli ambientalisti del Wwf che a quelle del mondo venatorio.
Tra i primi a parlare è il Presidente provinciale di Federcaccia, Lorenzo Bertacchi, “Non siamo qui a farci prendere per il naso. Sappiamo come stanno andando veramente le cose e non intendiamo subire un piano faunistico imposto dal Wwf”.
A rischio secondo i cacciatori sarebbe il futuro della caccia per circa 14.000 appassionati, i loro capanni di caccia e le stesse aree cacciabili che verrebbero fortemente ridotte; sulla questione ha infatti affermato il coordinatore regionale dell’Associazione Cacciatori Lombardi, Fortunato Busana, “Per noi anche un solo capanno è sacro e non ce lo faremo sottrarre dal Wwf”.
Infine il presidente di Anuu Migratoristi, Carlo Piffari, spiega critico “Ci hanno messo in una condizione di ricatto: o passa il Piano Faunistico o il Wwf farà un nuovo ricorso e non si aprirà la stagione venatoria. La Provincia ha venduto la pelle di noi cacciatori al Wwf e questo non ci sta bene”.