In Romania esistono delle risaie a perdita d’occhio, qui se si trova il periodo giusto si possono realizzare importanti carnieri di beccaccini ai quali si aggiunge spesso anche qualche becco piatto.
Testo e foto di Saverio Patrizi
Il beccaccino mi ha sempre affascinato, fin dai primi anni di licenza ero attratto della saetta alata, allora con gli amici battevo le zone costiere del viterbese, di ATC ancora non si parlava, Tarquinia, Pian di Spille e la foce del Mignone o l’alveo della valle del Baccano, spingendomi fino ai confini dell’allora oasi di Martignano. Per queste cacce la partenza avveniva in piena notte, spesso direttamente dalle discoteche romane o da feste private, specialmente nel periodo dell’apertura il risultato era assicurato, non molti ma qualche becco lungo ricompensava sempre le nostre uscite. Ricordo, una volta, battemmo prima la zona del poligono di Pian di Spille, poi, non soddisfatti, ci recammo vicino Tarquinia, in una zona dove erano stare costruite delle fondamenta i cui palazzi non erano mai stati portati avanti, questo aveva generato delle “piscine” molto amate dai beccaccini.
Arrivati sul posto notammo una Fiat 126 parcheggiata al limite della zona paludosa, curiosi di vedere chi fosse, i cacciatori che battevano quelle zone gli conoscevamo tutti e nessuno aveva una 126! Giunti vicino alla piccola utilitaria vedemmo un nostro amico, proprietario di discoteche romane, addormentato sul sedile posteriore abbracciato al fucile e sotto di lui un discreto mazzo di uccelli. Naturalmente non resistemmo e dopo aver scrollato per bene la macchina e averlo svegliato, ci disse di aver avuto problemi con il fuoristrada e pertanto aveva preso la macchina della moglie, per noi era inutile proseguire, era già passato “Attila”.
Quando l’amico Luca Lucarini di Agrofloracaccia mi ha proposto di recarmi da lui, a Braila in Romania, per cacciare i beccaccini in risaia, non ho esitato un attimo nel dare la mia disponibilità. Decidemmo per il 20 settembre, un po’ tardi, ma prima non potevo. Poco prima di partire mi chiamò Federico Cusimano di Sky Caccia e Pesca chiedendomi se, insieme ad un comune amico, potevano venire con me per fare delle riprese, gli dissi che mi faceva sicuramente piacere. Decidiamo per il volo Blue Air da Fiumicino a Bucarest, compagnia Low Cost che porta anche cani e fucili. Arrivati a Bucarest c’è un pulmino che ci aspetta e nel giro di un paio d’ore arriviamo alla casa di caccia di Braila, giusto il tempo di preparare le licenze di caccia e tutti a nanna, appuntamento alle 5,00 del giorno seguente.
La mattina abbiamo a disposizione un Land Rover 130 e Luca Moriggi, un italiano che da tanti anni si occupa di caccia in Romania, pertanto ci carica in macchina e partiamo, Federico, il sottoscritto, Tommaso il comune amico e Salvo l’operatore video. Dopo poco, ancora a buio, giungiamo all’immensa risaia, per questa mattina abbiamo deciso di cacciare a rastrello, battendo quelle zone dove il riso non è cresciuto abbondante o i margini delle vasche, così da non recar danni alle colture. Appena s’incomincia a vedere qualcosa, la risaia si anima, branchetti di anatre si spostano dal luogo di pastura, cicogne nere sorvolano le nostre teste e partono in cerca della “colazione”, poi chiurli e trampolieri vari popolano il cielo del primo mattino. Mentre stiamo ammirando lo spettacolo, notiamo diversi stormi di beccaccini entrare nella risaia e buttarsi fra il riso alto, le premesse sono ottime e senza indugiare oltre ci rechiamo ad un prato allagato che Luca ci dice essere moto frequentato. Percorriamo il campo lungo circa 500 metri e largo 200 almeno cinque volte, avanti e indietro, e ogni volta trovavamo un cospicuo numero di uccelli, molti partivano fuori tiro ma diversi cadevano sotto i nostri colpi. La mattinata è proseguita battendo gli argini delle vasche dove il riso era alto e quasi maturo, questa volta abbiamo portato anche i cani, la bracca di Federico e la setter di Tommaso, e per la prima volta in vita mia ho fatto una coppiola ai beccaccini sotto ferma del cane, una gran bella soddisfazione, per me e per il cane che non aveva mai visto e fermato i beccaccini prima di allora. Dopo quattro ore di questa caccia eravamo esausti e siamo rientrati volentieri a casa, il pomeriggio ci saremmo dedicati alle quaglie.
La seconda mattina provammo la caccia al capanno, caratteristica di queste zone e particolarmente adatta alla risaia. Nel mezzo di alcune vasche erano stati ricavati, nel riso, dei chiari di circa 70/80 metri di diametro, sul cui bordo erano stati realizzati dei capanni di cannucce. Arrivammo a buio e a circa 20 metri dal capanno posizionammo alcuni stampi di trampolieri e a poca distanza qualche altro di alzavole, la mattina prima ne avevo notate diverse volare sulla risaia. Questa mattina sono solo, preparo tutte le mie cose, compresa la macchina fotografica, e aspetto. Ancora a buio arriva una punta di tre o quattro alzavole, ma non riesco a vederle e dopo poco ripartono, alla prima luce una coppia di anatre “struscia” gli stampi e … le padello malamente, finalmente ne arrivano altre due di cui una viene a riempire il mio carniere. Quando la luce aumenta si fanno vedere anche i beccaccini, si posano o passano a poca distanza dal capanno, si buttano come saette e spesso non riesco neanche a incannarli, comunque fra padelle e tiri centrati il mio carniere di fine mattinata risulterà di 13 beccaccini e 1 alzavola, niente in confronto ai risultati dell’apertura, dove cadevano oltre 100 beccaccini a capanno, ma comunque di grande soddisfazione e divertimento.
Quest’avventura mi ha riportato ai vecchi tempi risvegliando in me l’amore per il Principe del padule, sicuramente tornerò in questa zona, sia per la bellezza della caccia che per la grande professionalità dell’organizzatore.