Caccia a Bari. Il consigliere regionale del gruppo Ap-Ncd-Lista Schittulli, Gianni Stea, che ha annunciato di voler coinvolgere l’amministrazione guidata dal sindaco di Bari, Antonio Decaro e, per quanto di competenza, l’Assessorato Regionale alla Caccia, ha denunciato “Da anni i cacciatori della Provincia di Bari, oggi Area Metropolitana, pagano la tassa regionale e la quota associativa all’Ambito Territoriale di Caccia Bari senza ricevere in cambio alcuno dei servizi previsti, soprattutto per quel che riguarda i miglioramenti ambientali e i ripopolamenti di fauna selvatica”.
“Una gestione totalmente fallimentare, – ha spiegato il consigliere – tanto che la Provincia ha restituito alla Regione Puglia circa 1.6 milioni di euro, pagati dai cacciatori negli ultimi 5 anni e mai spesi. La normativa di riferimento attribuisce alle Province la gestione delle Zone di Ripopolamento e Cattura e le funzioni di vigilanza, controllo e coordinamento sulle attività promosse dai Comitati di Gestione, di cui si avvalgono per la gestione degli ATC (Ambito territoriale di caccia), a cui è invece affidata la gestione del territorio destinato a caccia programmata”.
Proseguendo Stea ha affermato, “Ai ripetuti tentativi promossi dal Comitato di Gestione di attuare i ripopolamenti, il Servizio Caccia dell’Area Metropolitana di Bari ha contrapposto il più inspiegabile ostruzionismo, tanto che dal 2013 non si eseguono più ripopolamenti di lepri, starne e fagiani, nonostante le tasse annuali obbligatorie versate dai cacciatori. L’Atc Bari dall’agosto 2014 è commissariato, quindi ben oltre i quattro mesi previsti dalla norma per la ricostituzione dei C.d.G., ed i Commissari che si sono succeduti, pur avendo ottemperato alle richieste di autorizzazione ai piani di ripopolamento 2015 e 2016, anche mediante l’acquisizione di pareri vincolanti della Regione Puglia – Servizio VIA e VAS -, al pari di quanto già fatto dal C.d.G. nel 2014, non hanno anche loro ricevuto alcuna autorizzazione al ripopolamento”.
“Tra i tanti adempimenti – ha aggiunto Stea – a cui l’amministrazione Decaro dovrà assolvere, particolare rilevanza ricopre la redazione del nuovo Piano Faunistico Venatorio Provinciale, già in regime di deroga. L’esplosione demografica del Cinghiale, da tempo sottovalutata dal Servizio Caccia, che oggi più che mai necessita di adeguate soluzioni per altro già indicate ripetutamente da ISPRA”.
“Altra grave inadempienza nell’Area Metropolitana di Bari – ha affermato il consigliere – è la mancata convocazione da più di due anni della Commissione d’esame per l’abilitazione all’esercizio dell’attività venatoria e per l’abilitazione alla raccolta dei tartufi, palesando di fatto una interruzione di pubblico servizio. Ad oggi l’Area Metropolitana di Bari è priva del Comitato Tecnico Faunistico Provinciale, organo tecnico-consultivo-propositivo della Provincia, deputato anche ad approvare i piani di ripopolamento proposti dall’ATC.
“Inoltre – ha concluso Stea – non si comprende come mai, a distanza di 4 anni dal primo “Corso di formazione per il controllo delle specie problematiche” (cinghiale, volpe, corvidi, ecc.) organizzato dall’ATC Bari, il Servizio Caccia, adducendo dubbie motivazioni, non consenta l’iscrizione, nell’apposito registro provinciale, dei 200 cacciatori abilitati alle attività di controllo e che apporterebbero gratuitamente un indubbio beneficio nella gestione ambientale”.
( 16 marzo 2016 )
Fonte: GravinaLife