FINLANDIA BY SAKO: Caccia e Factory Tour, per tre giorni indimenticabili nel paese di Babbo Natale alla scoperta delle Carabine Sako.
di Saverio Patrizi
Sako ha aperto le porte della fabbrica di Riihimaki a un ristretto gruppo di armieri e giornalisti italiani, con un’accoglienza degna di nota. A ricevere la delegazione italiana c’erano infatti Raimo Karjalainen, general manager di Sako, il direttore unità produttiva carabine Kari Harila, il product manager carabine civili Miikka Tamminen, Kari Kuparinen direttore Ricerca e Sviluppo e Sampsa Olkinuora product manager munizioni. Durante l’incontro, sono stati presentati sia il passato che il futuro dell’azienda, ma soprattutto alcune interesantissime novità su carabine e munizioni.
Sako ha più di 90 anni di storia nella produzione di carabine; fondata nel 1919 come reparto di manutenzione e riparazione delle armi della Guardia Bianca, ha iniziato la propria produzione di fucili nel 1921, in un primo tempo a Helsinki, per poi trasferirsi successivamente ( 1927) nell’attuale sede di Riihimaki. Il marchio Tikka, altra azienda storica finlandese, ha invece fatto storia a sè fino al 1983 quando venne acquistata da Sako; a partire dal 1989 anche questa produzione è stata trasferita all’interno dello stabilimento di Riihimaki. Sul finire dell’anno 2000 l’azienda finlandese è stata acquisita al 100% da Beretta Holding e dall’entrata nel gruppo italiano ha bruciato le tappe come sia come produzione totale che come visibilità a livello mondiale.
Nel 2013 Sako ha prodotto nella fabbrica di Riihimaki oltre 90.000 carabine che non è il record assoluto di carabine prodotte, in quanto per il 2014 ne sono previste più di 105.000. Analoga progressione numerica anche per lo stabilimento di Hausjarvi , deputato al caricamento delle cartucce da carabina, dal quale sono uscite più di 9 milioni di munizioni, in 35 differenti calibri. Sommando il valore della produzione delle due unità produttive (carabine + munizioni metalliche) si arriva ad un fatturato di 79 milioni di Euro; l’aumento del fatturato corrisponde anche ad un incremento del personale dipendente, che è passato dalle 210 unità del 2008 alle 280 del 2014 e per il 2015 si aspettano ulteriori nuove assunzioni.
Fra le novità presentate dal Direttore Generale, due hanno avuto una particolare accoglienza da parte del gruppo italiano:
1) La Sako A7 Roughtech Pro già disponibile sul mercato italiano in calibro .308 Win e da febbraio anche nei calibri .243, .300 Win Mag e 7mm Rem Mag. Caratterizzata da una calciatura sintetica rinforzata con fibra di vetro e scheletro in alluminio, monta una canna fluted da 62 cm filettata in volata per il montaggio del freno di bocca (disponibile come optional).
2) Sako A7 Roughtech Range già disponibile sul mercato italiano in calibro .308 Win e da febbraio anche nei calibri .300 Win Mag. Il calcio ha le medesime caratteristiche costruttive della Pro, monta una canna pesante fluted da 66 cm con freno di bocca opzionale.
3) Sako 85 Carbonlight avrà , invece, una calciatura in fibra di carbonio, canna da 51 cm fluted, carcassa e canna in acciaio inox, sicuramente in calibro .308 e in altri, più interessanti per il nostro mercato, che saranno disponibili solo nella seconda metà dell’anno. E’ questo il prodotto più innovativo mai presentato da sko che avrà un peso che si aggirerà attorno ai 2,4 Kg.
Per quanto concerne le munizioni, una grossa novità è rappresentata dalla nuova palla CH, monolitica in rame, a punta cava, che ha tra le sue più interessanti caratteristiche un coefficiente balistico molto buono e un affungamento perfetto senza perdita di materiale al momento dell’impatto.
Particolarmente interessante il Factory Tour, durante il quale sono state illustrate tutte le fasi produttive delle carabine. Nel modernissimo stabilimento vengono prodotte tutte le parti metalliche fondamentali delle armi, dalle canne alle azioni delle carabine Sako e Tikka. Le canne sono tutte prodotte con il metodo della rotomartellatura a freddo e controllate visivamente, una per una, con delle lenti speciali a focale differenziata. Diverse sono invece le caratteristiche produttive dei singoli componenti dedicati alle produzioni Sako e Tikka: gli otturatori Tikka T3 e Sako A7 e le loro rispettive azioni (compresa la carcassa del modello 85 e TRG) sono ricavate da barre in acciaio speciale per asportazione di materiale su centri a controllo numerico. Gli otturatori Sako destinati alla serie 85, avendo la manetta di apertura integrale, sono ricavati da un forgiato di acciaio speciale, anche in questo caso per asportazione di materiale su macchine CNC. L’intera produzione è controllata da sistemi laser che ne verificano tutte le misure all’interno di una speciale “camera” isolata termicamente e con temperatura costante per consentire la massima precisione nella lettura dei dati. L’assemblaggio azione-canna è eseguito manualmente da un operatore specializzato tramite un inegnoso sistema pneumatico dotato di otturatore passa/non passa che ne velocizza la realizzazione e standardizza l’head space verso i valori voluti dal CIP. Altro aspetto particolarmente divertente della visita in Finalndia è stato la prova di sparo al Poligono di Loppi, necessario sia per la taratura delle carabine scelte per la caccia che per superare l’esame per la caccia all’alce.
La prova d’esame consisteva nel raggruppare 4 colpi all’interno di un bersaglio di 22 cm in 90 secondi, marrone su marrone, posizionato sulla sagoma di alce; espletata questa formalità burocratica ci siamo sfogati tirando all’alce corrente, con risultati, devo ammettere, abbastanza altalenanti. Nonostante le dimensioni della sagoma, il calcolo dell’anticipo ad 80 metri non è stato per niente facile, ma tutti ci siamo difesi e siamo stati abilitati per la caccia del giorno successivo.
La nostra squadra era composta, oltre che dal sottoscritto, da Gian Filippo Adamati , Fausto Massolo PM Italia per Sako, Roberto Canali direttore di “Cacciare a Palla”, Massimo Vallini direttore di “Armi e Tiro” e gli armieri Alessandro Bruschetti, Gianni Brignoli, Giorgio Beolchini, Massimo Facchina dell’Armeria Barbuio e Silvio Zavaglio della Beretta Gallery, l’indomani, sveglia alle 6,00!
Il giorno seguente, dopo un breve trasferimento, siamo arrivati ad una casa di caccia, dove ci aspettaval’organizzatore della cacciata all’alce. In considerazione della stagione avanzata e della mancanza totale di neve non è stato facile tracciare i movimenti degli animali e, nonostante questo, dopo un paio di alci ferite e/o sbagliate, Gianni Brignoli è riuscito a prendere una femmina sottile. Anche se non è stata una caccia ricca, il posto era molto suggestivo, boschi di betulle e pini si alternavano a radure ricche di eriche muschi e licheni, da cui s’involavano galli forcelli e francolini.
Il giorno successivo è stato dedicato alla caccia al cervo coda bianca (White Tail Deer), tre battute veloci, di circa un’ora ognuna, dove venivano utilizzati i Wachtel Hund o Spaniel tedeschi, che ci hanno emozionato con avvincenti canizze e che hanno mandato alle poste svariati cervi consentendo il prelievo di due maschi da trofeo, abbattuti da Zavaglio e Bruschetti.
Per concludere ci è stata offerta anche la possibilità di fare una posta serale dall’altana, purtroppo pioveva e non era certo la migliore condizione climatica per cacciare; abbiamo accettato tutti con entusiasmo, ben sapendo del probabile magro bottino e come previsto il solo Massolo è riuscito a tirare un giovane maschio.
Un’interessante esperienza che ci a permesso di conoscere la realtà Sako e Tikka, un’azienda all’avanguardia con importanti progetti di sviluppo, perfettamente allineata con l’espansione della Holding Beretta.