Il Comitato promotore del Referendum “contro” la caccia in Piemonte chiede ai candidati a Sindaco di Asti la loro opinione in merito sia alla vicenda referendaria che all’iniziativa legislativa in atto presso la Terza Commissione.
Piero Belletti e Roberto Piana del Comitato promotore del Referendum regionale “contro” la caccia in Piemonte con una lettera inviata ai candidati a Sindaco di Asti, per le prossime elezioni amministrative, chiedono la loro opinione in merito sia alla vicenda referendaria che all’iniziativa legislativa in atto presso la Terza Commissione “avvisandoli”, inoltre, che la loro risposta sarà resa pubblica in modo che i cittadini votanti possano ben ponderare la loro scelta elettorale anche in considerazione del pensiero pro o contro la caccia del candidato eventualmente prescelto.
Si legge nel testo della lettera: “Questo Comitato promotore raccolse nel 1987 oltre 60.000 firme per chiedere un Referendum regionale volto a limitare l’attività venatoria nella nostra regione. Per 25 anni la Regione ha impedito illecitamente l’effettuazione del referendum e al contempo ha, nel corso degli anni, sempre più allargato l’attività venatoria.
Il Presidente della Regione, Roberto Cota, ha rifiutato di dare attuazione alla sentenza della Corte d’Appello di Torino n. 1896 del 17/12/2010 al punto che, su istanza di questo Comitato, il TAR gli ha ordinato il 9/02/2012 di ottemperare al disposto del Giudice Civile e di fissare la data del Referendum.
Per 25 anni in questa regione la democrazia è stata sospesa ed i diritti dei cittadini violati. Come se ciò non bastasse la III Commissione consiliare in queste settimane ha esaminato e approvato in sede redigente molti articoli di legge volti ad ampliare ulteriormente le possibilità di caccia nella nostra Regione, assecondando le frenesie venatorie dell’assessore Sacchetto.
Oltre il 90% dei cittadini piemontesi è contrario all’attività venatoria o quantomeno favorevole a contenerne gli effetti. I cacciatori rappresentano in Piemonte solo lo 0,6% della popolazione. Nel 1990 in 4 regioni padane (Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli) il referendum nazionale contro la caccia raggiunse il quorum del 50% ed i SI furono oltre il 90%. La Pianura Padana non è sicuramente favorevole alla caccia.
Questo Comitato Promotore sta monitorando i comportamenti che i candidati a sindaco di Asti stanno assumendo (o non assumendo). Le chiediamo pertanto di volerci far conoscere, in forma sintetica, il Suo pensiero in merito sia alla vicenda referendaria sia all’iniziativa legislativa in atto presso la Terza Commissione.
Fin dalle prossime settimane questo Comitato Promotore renderà pubbliche, con tutti i mezzi di informazione possibili, le Sue decisioni (o non decisioni) sulle questioni, innanzitutto quelle di ordine democratico, sollevate dal referendum regionale contro la caccia affinché i cittadini elettori della città di Asti possano valutare se affidare o meno a Lei il proprio voto alle prossime elezioni”.