PARLAMENTO E TERRITORIO. Dopo l’ok alla Camera che ha spaccato la maggioranza resta aperto il tema della riforma. Brescia fotocopia il Parlamento, voto trasversale: Lega no, Pdl «nì»
Brescia «fotocopia», il Parlamento sull’allargamento del calendario venatorio votato nei giorni scorsi dalla Camera (ed ora l’attesa è per il via libera definitivo in Senato dopo ben quattro diverse letture). Sì del Pd, no della Lega, nì del Pdl. La mediazione c’è stata, i bresciani del Pdl (Viviana Beccalossi, ex assessore regionale in materia, in testa) chiedevano più giorni e hanno votato contro, ma guardano ora con favore all’intera riforma venatoria.
I democratici hanno confermato il voto favorevole dato in aula che permetterà 9 giorni in più di caccia nel mese di febbraio dietro il parere dell’Ispra, «al quale devono uniformarsi le Regioni» (si veda il pezzo a fianco). Dove stanno le ragioni? Ricostruzione ardua tra chi vuole di più, chi media e chi fa le barricate. Unica premessa identica e non concordata pronunciata da Pd e Pdl: «se c’è una materia in cui da sempre si vota in maniera trasversale è proprio la caccia».
[FIRMA]NEL CORSO dell’ultima edizione di Exa il senatore Franco Orsi (Pdl), relatore della riforma alla legge 157 del 1992 parzialmente modificata da questo voto, ha spiegato di considerare fondamentale questo passaggio per verificare l’appoggio del governo e mettere poi mano all’intero impianto legislativo. Ecco quindi i «distinguo» del Pdl (all’interno del quale la prima stesura venne sabotata da 30 parlamentari filo-ambientalisti). Viviana Beccalossi ha votato no all’emendamento sul calendario (chiedeva 20 giorni in più, in agosto o febbraio a discrezione delle Regioni), considerando «insoddisfacente l’ultima mediazione», ma afferma: «si sta puntando alla migliore mediazione possibile, e l’intervento complessivo sull’intero impianto legislativo è ben più ampio». Intanto il passaggio della Legge comunitaria permetterà di far passare il principio secondo cui il calendario venatorio non è più esclusiva competenza della politica. Opposizione a oltranza della Lega che in un comunicato del segretario provinciale Stefano Borghesi prende atto «dell’ulteriore penalizzazione inflitta al mondo venatorio da parte della Camera».
«DOVEVAMO tutelare culture confliggenti – ha spiegato il deputato Pd Pierangelo Ferrari ieri in un incontro con la stampa – trovando una soluzione mediana che mettesse evitasse la deregulation ma armonizzasse i provvedimenti alle norme europee, evitando i continui interventi di infrazione». Il Pd ha inoltre annunciato che incontrerà le associazioni di cacciatori e ambientalisti per un confronto diretto chiaro. Secondo Leone Orizio (responsabile organizzazione) e Angelo Bergomi (responsabile ambiente): «si è puntato ad una soluzione non populista, non certo un voto contro la caccia o i cacciatori ma una scelta responsabile: la Lega difende la tradizione in maniera strumentale senza pensare alla necessità di non creare una frattura ulteriore fra le diverse sensibilità». Il Pd bresciano inoltre ha auspicato un potenziamento dell’istituto superiore per la protezione ambientale (Ispra). Il parere risultato maggioritario è sostanzialmente in linea con quello del Comitato nazionale caccia e natura (aderisce all’Anpam, associazione dei produttori di armi di Confindustria) in risposta alle ultime manifestazioni degli ambientalisti, secondo cui «ci si avvicina a una prima regolamentazione moderna della caccia, intesa come attività di gestione del territorio, come è considerata in tutta Europa, e sarebbe necessario fare anche da noi».
Giovanni Armanini
Fonte:Brescia Oggi