La caccia come l’arte culinaria con la selvaggina fanno parte della nostra tradizione culturale secolare che non possiamo accettare venga cancellata da un governo PD-NCD ostaggio di parlamentari di chiara matrice animalista anticaccia.
Sparare nel mucchio generalizzando e dare la colpa indistintamente a tutti i parlamentari dell’approvazione di queste deleterie modifiche alla legge 157/92 per voler nascondere o non voler trovare i colpevoli è un metodo troppo facile, non selettivo ma anche poco corretto che offende chi ancora politicamente cerca seriamente di difendere la caccia e il suo indotto.
Per dovere di cronaca e di trasparenza, ma anche per ricordare a chi fa finta di dimenticare la verità su quanto è successo quest’estate durante l’iter di approvazione della modifica della legge 157/92 con il famoso DL 91 poi diventato legge nr. 116 mi permetto di fare un po’ di cronistoria allegando alcuni comunicati stampa che sono stati pubblicati a fine luglio su stampa e social subito dopo l’approvazione. Inoltre mi preme legittimamente ricordare qual è stato il comportamento dei parlamentari della Lega Nord in merito al famoso decreto legge 91 che oggi è diventato legge 116.
Come Lega Nord abbiamo lavorato e cercato di mettere in guardia politici e associazioni venatorie, con umiltà e senza presunzione ma semplicemente mostrando con ragioni tecniche tutte le nostre preoccupazioni, esponendo i rischi che si stavano prospettando andando a modificare articoli (art.13 e art.21) della 157/92 che nessuna normativa e nemmeno la commissione europea ci stava chiedendo di modificare. Non ci siamo però fermati a comunicati stampa ed avvertimenti formali ma pragmaticamente abbiamo coscientemente votato contro il DL 91 sia nelle commissioni preposte sia nelle due aule del parlamento ed inoltre abbiamo presentato proposte concrete e costruttive per cercare con motivazioni tecniche precise e puntuali, di far capire che quanto si stava facendo avrebbe portato a danni certi per l’attività venatoria e per l’economia del paese.
Purtroppo a nulla sono serviti i nostri emendamenti e odg presentati prima in commissione e successivamente in aula accompagnati da interventi decisi e chiari degli On. Borghesi e Grimoldi alla camera e dei Senatori Arrigoni, Candiani e Consiglio al Senato (tutti atti pubblici e documentabili). Aggiungiamo poi che i nostri consiglieri comunali si sono fatti promotori in molti comuni bresciani di far approvare e poi far recapitare a tutti i parlamentari un odg dove si chiedeva di rivedere il testo del DL 91 avvertendoli del pericolo e della responsabilità di approvare un testo che avrebbe creato ingenti danni all’economia italiana e minato seriamente la secolare tradizione dei roccoli e quindi di conseguenza la caccia da capanno con uccelli da richiamo.
Oggi a distanza di pochi mesi è con delusione e rammarico ma non con stupore che constatiamo che le nostre previsioni, sugli intenti subdoli e neanche troppo velati ma studiati ad arte dal ministro all’ambiente e da qualche parlamentare animalista e anticaccia, si stanno rivelando fondate e certe. In conseguenza a questa modifica come da noi denunciato, di fatto vengono svuotate di autonomia decisionale e competenze le regioni accentrando il potere nelle mani del governo e di Ispra, si riconferma da una parte la volontà di eliminare le catture di uccelli da richiamo con i roccoli (ricordo le recenti diffide del governo alla Lombardia ed Emilia Romagna) e dall’altra si va a vietare con la modifica dell’articolo 21 della 157/92 (nonostante nessuna sentenza e nemmeno normativa l’avesse mai chiesto) il consumo nei locali pubblici della piccola selvaggina procurando danni enormi all’economia aziendale dei ristoratori italiani.
Purtroppo al di la della triste storia che ha portato alla folle realtà in cui ci troviamo oggi, riteniamo si debba guardare al futuro e quindi ancora una volta tramite l’on. Borghesi Stefano la Lega Nord ha già depositato un’interrogazione parlamentare al Ministro Galletti per chiedergli come intende provvedere per supplire e correggere i gravi errori normativi.
Bassolini Marco