In particolare, il Tribunale di Avellino – nel richiamare la sentenza della Suprema Corte del 6.12.1999, n. 3316 – ha anche ritenuto che dal verbale di sequestro si evinceva che l’arma in sequestro era descritta come “carabina” e che dagli atti trasmessi dal PM non emergeva la prova che si trattasse di arma a canna liscia, unica ipotesi nella quale la legge limitava le cartucce contenibili nel caricatore a due.
Anzi, secondo il Tribunale di Avellino, gli articoli di riviste specializzate in materia di caccia, prodotti dalla difesa, hanno dimostrato che l’arma in sequestro, qualificata dai verbalizzanti come “carabina”, era effettivamente a canna rigata.
Pertanto, il Tribunale ha accolto la richiesta di riesame, annullando il decreto di sequestro preventivo, e disposto la restituzione dell’arma all’avente diritto. Di conseguenza, il PM ha chiesto ed ottenuto dal GIP l’archiviazione del procedimento per infondatezza della notizia di reato.
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La riforma attuata nel 2014 (D.L. 24.06.2014 n. 91, conv. con mod. in L. 11 agosto 2014, n. 116) e l’attuale regime.
L’art.16 del D.L. decreto legge n. 91 del 24 giugno 2014 [“Disposizioni urgenti per il settore agricolo, la tutela ambientale e l’efficientamento energetico dell’edilizia scolastica e universitaria, il rilancio e lo sviluppo delle imprese, il contenimento dei costi gravanti sulle tariffe elettriche, nonché per la definizione immediata di adempimenti derivanti dalla normativa europea] ha introdotto alcune modifiche alla legge 11 febbraio 1992, n.157. Ai fini che qui interessano, il comma 2 della richiamata norma ha previsto: “All’articolo 13, comma 1, della legge 11 febbraio 1992, n.157, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: «I caricatori dei fucili ad anima rigata a ripetizione semiautomatica impiegati nella caccia non possono contenere più di due cartucce».
Il D.L. pubblicato in G.U. – Serie Generale n. 144 del 24-6-2014 – ha esteso il limite di due cartucce nel caricatore previsto per i fucili a canna liscia anche ai fucili a canna rigata, equiparando la disciplina per le due tipologie di armi. Tale previsione è stata molto criticata, proprio in ragione della diversa natura – e del diverso utilizzo – delle armi con canna ad anima liscia rispetto a quelle ad anima rigata.
Del resto, come si è visto, la Suprema Corte già nelle due sentenza del 1999 (n. 1897 e n. 3316) aveva evidenziato che la ratio delle due diverse discipline era da individuare proprio nel diverso utilizzo delle due armi (fucili a canna liscia per la caccia gli uccelli; fucili a canna rigata per la caccia della grossa fauna ungulata).