Caccia alle anatre e ai beccaccini in Lomellina: Giovanni racconta del suo capanno e del suo amore per la caccia in appostamento..
Forse non tutti lo sanno, ma la Lomellina è una bellissima zona della Pianura Padana che occupa il versante sud occidentale lombardo i cui limiti sono ben definiti dal Sesia ad ovest e dal Po a sud, dal Ticino ad est e dalle Colline Novaresi a Nord.
La zona famosissima per la coltivazione del riso è ben frequentata da cacciatori che di norma sono cresciuti e vivono nei dintorni tutti da scoprire. E’ anche il mio caso: sono nato a Vigevano e da che ricordo amo la vita all’aria aperta e la caccia.
Certo, le cose sono un po’ cambiate negli ultimi decenni, tra restrizioni, normative, e etica della caccia dimenticata, ma di cacciatori veri e appassionati ce ne sono ancora tanti.
Oggi voglio parlarvi della caccia in appostamento, una delle mie preferite perché ti consente di ammirare l’habitat degli anatidi e limicoli presenti nella zona: campi di riso ben separati da canali, fiumi e boschi sono solo alcune delle meraviglie che madre natura ha deciso di regalare alla Lomellina.
I cacciatori della zona sanno che la cosa più importante quando si sceglie di vivere la cacca in appostamento è appunto la costruzione del capanno, la cui location deve essere necessariamente strategica: io ad esempio sono riuscito ad accaparrarmene uno nel cuore di un campo di riso.
Poco distante c’è un piccolo laghetto artificiale, con una forma tondeggiante sui cui bordi vengono sempre lasciate alte le spighe di riso: è proprio questa prelibatezza che richiama le anatre, che le invita alla sosta, al riparo e alla pastura.
Ai lati dell’appostamento invece scorrono un canale ed un fiume, caratteristica da non sottovalutare dato che si tratta di due linee che conducono direttamente ad una piccola oasi vicina, particolarmente frequentata dalle anatre e non solo. Tutto in legno, il capanno è confortevole e rispetto ad altri pure ampio, dotato di un comodo tettino mobile che protegge me ed i miei amici in caso di pioggia.
Con il tempo ho composto un gioco ideale formato da due richiami vivi e da 25 stampi circa fra germani, fischioni e alzavole. Anche il posizionamento degli stampi è un’arte e ciascuno deve trovare la propria alchimia, quel che conta è che non si dia vita ad una scena palesemente finta: l’animale selvatico è più intelligente di quel che comunemente si è portati a credere.
E’ l’alba il momento forte della giornata per un cacciatore della Lomellina: normalmente sono i richiami vivi che ci informano sull’arrivo dei volatili che sfrecciano veloci come saette schizzando l’adrenalina del cacciatore alle stelle.
C’è davvero poco da dire a questo punto: tutto sta nell’abilità del cacciatore e nella sua capacità di mantenere sangue freddo. Le mattinate trascorse nel capanno nella Lomellina, sia che siano fortunate o vuote hanno sempre il medesimo effetto: mi rilassano e mi consentono di trascorrere ore di spensieratezza con gli amici, lontani dai problemi e dal tran tran quotidiano.