Caccia in Macedonia: Scenari da sogno e selvatici autentici per un’esperienza che non si dimentica, questo ed altro ancora è la caccia in Macedonia.
Il pallino della caccia ce l’ho da che sono ragazzo per quanto non fosse esattamente lo sport più amato in casa, ma l’idea del viaggio venatorio mi è venuta relativamente di recente.
Navigavo alla ricerca di qualche posticino niente male per la caccia alle coturnici nella mia zona quando mi imbatto in un’offerta di viaggio: non un viaggio convenzionale naturalmente, ma un viaggio venatorio. Chiamo subito Giovanni, un amico di vecchia data e gli propongo l’avventura.
Lui non è che ami tanto viaggiare e volare per cui già mi immaginavo il suo bel “no grazie, ho da fare”. Capirai bene la mia sorpresa nel sentire il suo entusiasmo.
Il costo del viaggio d’altronde era più che abbordabile ( si aggirava intorno alle 1500 euro) e i racconti di chi già era stato in Macedonia per la caccia entusiasti. Il giorno dopo avevamo già in mano i biglietti per Skopje, la capitale della Macedonia, poco distante da una riserva che ci è stata descritta a cinque stelle.
Naturalmente avremo potuto scegliere tante altre località, c’era ad esempio la possibilità di organizzare per Zajecar dove per altro si può dare la caccia a favolose tortore africane, o a Trebinje, poco distante da Dubrovnik, dove si può dar la caccia oltre che alle cotorne anche alla regina dei boschi.
Ti dirò che non mi sono pentito della mia scelta, anche se ho intenzione di rigirare il territorio macedone come un calzino perché te lo assicuro, è favoloso e non solo per la caccia. Siamo partiti durante il mese di novembre dell’anno scorso e fin da subito abbiamo avuto modo di scoprire i favolosi paesaggi locali. Basse colline, zone boscose che si sono rivelate anche casa di belle beccacce, ci hanno sorpreso fin da subito, ma è naturalmente nelle location più difficilmente raggiungibili che abbiamo avuto le più belle soddisfazioni, quindi il consiglio è quello di portar con sé un cane con un gran fiato, che non disdegni di dar la caccia a qualche lepre.
Arrivati nel piccolo e caratteristico alberghetto ci si è stato presentato un cacciatore locale, che durante la stagione venatoria accompagna i turisti che desiderano vivere qualche avventura. Capendo la nostra difficoltà a pronunciare il suo nome, ci si è presentato come Franco, e ti dirò che il nome gli calzava a pennello. Ci ha raccontato che dalla seconda settimana di ottobre fin per tutto dicembre la caccia alle starne e alle coturnici rimane aperta, ma che il periodo scelto da me e Giovanni prometteva d’essere davvero fortunato. La guida ci ha messo subito in guardia: una volta raggiunta la riserva avremmo vissuto un’esperienza di caccia autentica dato che in quelle belle colline confinanti con terreni incolti vivono selvatici veri, che conoscono perfettamente il proprio habitat e non vendono facile le proprie piume.
Ed in effetti l’esperienza vissuta al fianco di Giovanni e dei nostri cani da ferma, il frullo autentico e l’adrenalina della caccia sono impossibili da dimenticare. Le tre giornate di caccia cui abbiamo partecipato iniziavano tutte all’alba: ci si svegliava, si faceva una colazione rapida e si iniziava una vera e propria scalata di quelle colline che sembrano, durante l’albeggiare, montagne a tutti gli effetti. Dopo circa una mezzora di camminata si raggiungeva la location perfetta: le rocce offrivano riparo dal vento, poco distante si trovavano favolosi pianori per la pastura e la pietra offriva insoliti nascondigli rocciosi, per la dannazione del cacciatore.
Tra tutte le giornate quella indimenticabile è stata la prima. Il mio pointer era entusiasta del luogo e di tutti i profumi che provenivano dalla natura circostante. Inizialmente ha esplorato il territorio e dopo qualche minuto si è fatto più silenzioso. La ferma di Zeus è spettacolare, tutta da godere e il tempo d’attesa è trascorso con una certa rapidità.
Quando la coturnice si è levata in volo, silenziosamente, con un’andatura a zig zag non ho potuto che ammirarla: te lo confesso mi ha preso alla sprovvista sparendo di li a breve. Naturalmente dopo lo stupore iniziale le altre meravigliose coturnici non sono state tanto fortunate. A fine giornata il carniere composto da starne e coturnici non era straboccante di selvaggina ma dignitoso: non male come prima giornata! Ai festeggiamenti è seguita una solenne dormita e altre due favolose giornate di caccia.
Il mio consiglio per chiunque desideri organizzare un viaggio di questo genere è quello di portar con sé un buon cane, resistente e testardo e l’arma giusta: non sbaglia per chi opta per una calibro 12 o anche 20, comoda e leggera da portar con sé. Non dimenticare che le scalate sono davvero estenuanti, e per quanto il fresco aiuta, un arma maneggevole è sempre auspicata.