Caccia in Botte: Racconto di Caccia alle anatre nelle zone umide pugliesi inviato dal nostro Amico lettore Riccardo.
Siamo nell’autunno 1991 e per il mio amico Giammario (Beghelli!) ed io è un periodo favorevole per la nostra passione della caccia alle anatre poiché riusciamo abbastanza spesso ad ottenere inviti per andare in valle: Daunia Risi e San Floriano (FG).
Il mio secondo figlio Francesco, che ha 14 anni, è anche lui appassionato di caccia e mi assilla perché vuole venire in botte con noi. Arriva un invito alla San Floriano e sono costretto a portarlo con noi. Partenza alle 3,30 da Bari per Zapponeta dove l’appuntamento al casone di caccia è per le 4,30.
All’arrivo, come al solito grande confusione con il responsabile che compila i permessi in una ressa indescrivibile. Arriva il nostro turno e ci viene destinata una botte discreta nella vasca “Zarattini”: la botte n.12!
Alle 5 siamo all’imbarcadero dove incontriamo il barcaiolo “Zippone”. Dovremmo sistemarci sul barchino in tre, quattro con il barcaiolo con fucili e cartucce; la botte si trova 200 metri all’interno e a 100 metri dall’argine che entra perpendicolarmente nella valle.
Allora decidiamo, Giammario ed io, di andare a piedi sull’argine sino all’altezza della botte, mentre Francesco con tutta l’attrezzatura andrà sul barchino anche per fargli assaporare l’emozione di fendere l’acqua di notte ed alzare qualche uccello. Quindi noi camminiamo sull’argine e la barca ci segue parallela ad una decina di metri.
Ad un tratto Giammario fa un grosso rumore con il “posteriore” e naturalmente questo provoca irresistibili risate da parte di tutti. Allora il barcaiolo:” Quann u coul fasc fracass u dottour vè alla spass!!”, tradotto:”Quando il c. fa fracasso il dottore va a spasso!”. A questa frase le risate diventano incontenibili e ci viene il mal di pancia.
Finalmente siamo all’altezza della botte dove viene a prelevarci il barcaiolo dopo aver depositato Francesco e tutta l’attrezzatura; la botte è un cassone di cemento che può contenere comodamente due persone; in tre si sta abbastanza stretti ma dobbiamo adattarci.
Fra l’altro ho anche portato un sovrapposto cal.12 per Francesco che riuscirà ad abbattere una folaga.
Per la cronaca il nostro carniere fu di soli 3 fischioni ma la giornata fu caratterizzata da incredibili padelle dovute anche al fatto di sparare scomodi. Ma come sempre, il piacere di una mattinata in valle fa dimenticare tutte le cose negative.
Riccardo Turi
*Foto di repertorio e non corrispondenti al Racconto dell’Autore.
(Archivio Caccia Passione)