Caccia alla Volpe: la Provincia di Siena ha deciso di porre fine alle polemiche animaliste rimandando di mese l’inizio del piano di contenimento per questa specie con la tecnica in tana.
La Provincia di Siena dispone una moratoria per il contenimento della volpe con il metodo della tana, previsto dal 1° aprile al 31 luglio. Un mese di sospensione per sgombrare il campo dalle polemiche, riportando l’attenzione sulla gestione di tutta la fauna selvatica sul territorio, e cercare soluzioni con tutti i soggetti coinvolti nella gestione faunistica, dal Tavolo provinciale ai rappresentanti regionali e nazionali, compreso il Prefetto. L’annuncio è stato dato questa mattina, giovedì 28 marzo dall’assessore provinciale all’agricoltura, alle risorse faunistiche e aree protette Anna Maria Betti nel corso di una conferenza stampa convocata per intervenire su una questione che, da alcune settimane, ha suscitato una forte mobilitazione di cittadini e associazioni ambientaliste e animaliste.
La Legge regionale n.3 del 1994, che recepisce la legge n.157 del 1992, impone alle Province di destinare una quota non inferiore al 20 per cento del territorio agro-silvo-pastorale alla protezione della fauna. La Provincia di Siena, da quasi 20 anni, ha raggiunto questa quota attraverso il Piano faunistico venatorio, che prevede l’istituzione delle Zone di ripopolamento e cattura (Zrc) – destinate alla produzione della fauna selvatica allo stato naturale, alla ricostituzione e alla stabilizzazione della densità faunistica ottimale per il territorio – e le Zone di rispetto venatorio (Zrv).
La gestione comporta miglioramenti ambientali, vigilanza, censimenti e controllo dei predatori, fra cui la volpe, e coinvolge agricoltori, cacciatori, tecnici faunistici degli Atc, personale della Provincia, Guardie Venatorie e Guardie Ambientali. Su queste aree, vige il divieto di caccia – totale per le Zone di ripopolamento e cattura e parziale per le Zone di rispetto venatorio – ed è solo su alcune di queste, ed esclusivamente in quelle a riproduzione naturale, che il provvedimento contestato autorizza i contenimenti, con il parere favorevole e le indicazioni su modalità e tempi ricevuti dall’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale che fa capo al Ministero per l’Ambiente.
Il provvedimento in questione risale all’agosto 2012 e non si differenzia molto rispetto a quelli degli anni passati, se non per una riduzione dei tempi prescritti dall’Ispra per le tecniche “della cerca” e “dell’aspetto”. Come negli anni passati, il provvedimento è stato oggetto di un ricorso presentato dalla LAC, Lega per l’abolizione della caccia e dall’Associazione Vittime della caccia. Il Tar Toscano lo ha respinto, giudicando il provvedimento ‘pienamente in linea con le finalità per cui sono istituite le Zone di ripopolamento e di rispetto faunistico’ e che ‘non si tratta di attività di caccia, ma di attività di pubblico controllo delle specie selvatiche’.
“La Provincia di Siena – spiega l’assessore Anna Maria Betti – ha sempre agito in coerenza e nel rispetto della normativa per una gestione equilibrata della fauna selvatica, unendo grande scrupolo e continua attenzione alle esigenze e sensibilità dei diversi mondi coinvolti – agricolo, ambientalista e venatorio – che collaborano fra loro negli Atc e con la stessa Provincia attraverso il Tavolo di concertazione provinciale”.
“Dopo la sentenza del Tar – continua Betti – molti soggetti e alcune associazioni ambientaliste hanno intrapreso un’azione di mail-bombing contro la Provincia di Siena, esprimendo contrarietà per i contenimenti e, in particolare, per la modalità ‘alla tana’. La protesta si è estesa a livello nazionale, raggiungendo anche toni che sono andati spesso oltre una civile e corretta dialettica, cosa che sovente accade o si vuole che accada quando ci si muove con un approccio parziale e dogmatico, indifferente alla scienza e al diritto, rispetto a temi molto sensibili e a materie complesse come l’ambiente, la biodiversità e l’ecosistema con tutte le sue componenti”.
“Ho detto con forza – aggiunge Betti – che la Provincia di Siena non ci sta a prendere lezioni su questi temi. Non è arroganza, come qualcuno ha detto, ma consapevolezza di una storia lunga decenni e un impegno, sicuramente non privo di inciampi ed errori, irto di ostacoli oggettivi, normativi e burocratici, di decine e centinaia di persone impegnate concretamente ogni giorno, con ruoli diversi e differenti esigenze o sensibilità, nella gestione della fauna selvatica e, più in generale, nella cura di un territorio composto per il 90 per cento da bosco e campagna, tanto vasto quanto poco abitato, e di un ecosistema che riteniamo un prezioso patrimonio e un bene comune da tutelare. Tutto questo va ben oltre gli obblighi di legge”.
“Per questo non ci sto, la Provincia di Siena non ci sta – dice ancora Betti parafrasando molte delle mail giunte – E’ intollerabile e paradossale che la Provincia, gli Atc e tutti i soggetti coinvolti a vario titolo nel prezioso quanto difficile compito affidato loro dalle leggi, oltre a dover far fronte, con risorse sempre più scarse e con la sola collaborazione di cacciatori, ambientalisti, agricoltori, Guardie Ambientali Volontarie e Guardie Venatorie Volontarie siano al centro di una simile denigrazione mediatica per lo svolgimento, a titolo volontario, di una funzione istituzionale e di un servizio di interesse pubblico”.
“Con il Tavolo provinciale che si è svolto ieri pomeriggio – conclude Betti – si è avviato un percorso che, attraverso la moratoria, punta a ricreare quella serenità necessaria per un confronto costruttivo su temi non meno urgenti e importanti. Mi riferisco alla questione ungulati, e quindi, ai danni alle coltivazioni e ai boschi, incidenti stradali, squilibrio interspecifico e nell’ecosistema. Lo scorso agosto abbiamo risollevato il problema nei confronti del legislatore nazionale, anche attraverso il Prefetto. Adesso, stiamo tentando diverse strade con la Regione. Subito dopo Pasqua riconvocherò il Tavolo e proporrò che rimanga insediato in via permanente: una sorta di tavolo di crisi aziendale perché ambiente, uomini, animali e piante sono l’azienda più grande della nostra provincia, un’azienda che sta soffrendo pesantemente e di cui non possiamo né vogliamo fare a meno. Ripartiremo dal Tavolo e dalle sue componenti coinvolgendo i rappresentanti istituzionali e associativi, sia regionali che nazionali, per un confronto sereno e costruttivo che permetta di giungere rapidamente a soluzioni che diano certezza di diritto e di risorse a chi si trova a operare sul territorio”.
Del Tavolo di concertazione provinciale per la gestione della fauna fanno parte gli Atc, le associazioni agricole, venatorie e ambientaliste rappresentate a livello provinciale (Wwf, Legambiente, Ecoclub ed Enpa). Il rappresentante di Enpa non era presente al Tavolo di ieri pomeriggio.
28 marzo 2013
Provincia di Siena