La lepre Bianca.. Battuta di Caccia alla Lepre dalla strana macchia bianca condotta con sapienza da una muta di segugi italiani e da due amici della Bassa Parmense..
L’attesa dell’apertura della caccia è un momento molto particolare per il cacciatore. Un poeta una volta disse: quest’attesa è insopportabile, speriamo che duri! Mi sento così i giorni prima dell’apertura. Mi chiamo Alessandro e vivo nel piccolo paese di Fontevivo, in provincia di Parma, situato nel territorio della Bassa Parmense. Questa zona è conosciuta per le sue bellezze naturali, per la gastronomia e per l’ospitalità della gente.
La Bassa Parmense, detta anche dai parmensi la bassa, è una striscia di territorio pianeggiante della provincia di Parma larga una quindicina di km posta sul lato sud del fiume Po.
Alcuni le danno anche una definizione più ampia, ossia quella che indica la Bassa come la zona compresa tra il Po e la via Emilia. In queste zone, la caccia è molto praticata.
Pochi giorni prima dell’apertura, io ed il mio amico Stefano ci incontravamo spesso dopo il lavoro, per discutere sulle future battute di caccia, programmando orari, zone da battere, fucili da usare, cartucce da sparare e , soprattutto, prede da insediare.
Decidemmo di iniziare con la lepre, poiché l’anno precedente ci eravamo fatti scappare un bel esemplare sul finire della stagione venatoria. Ci colpì molto quella lepre, non solo perché non eravamo riusciti a prenderla, ma anche e soprattutto per la sua eleganza nel muoversi, cambiando direzione all’improvviso, e per il suo manto di colore grigio, ma con una macchiolina bianca sulla zampa destra. Decidemmo di darle un nome, Bianca appunto.
Il nostro orgoglio di cacciatori era stato ferito dalla lepre troppo furba e veloce per noi, e per questo motivo stabilimmo di iniziare la stagione venatoria dandole la caccia, in segno di buon auspicio per il suo proseguimento.
Stefano era un po’ contrario e diceva: “ma non sarebbe il caso di iniziare con qualcos’altro? sai anche per scaramanzia. Lo scorso anno ci è sfuggita e se dovesse ricapitare all’inizio della stagione…”. Io risi e gli risposi: “Proprio per i motivi che tu hai appena detto, dobbiamo rompere gli indugi ed iniziare con Bianca”.
Stefano, mio grande amico da sempre, si convinse e mi fece un cenno di approvazione. C’era qualcosa che mancava però, altri compagni che potessero aiutarci nella caccia a quella lepre: una muta di cani esperta ed affidabile. Non avendoli di nostra proprietà, dovemmo affidarci ad altre persone che addestravano tutto l’anno cani da caccia e che li dava in prestito per le battute. Decisi di rivolgermi ad un mio conoscente, Paolo, che abita a Roccabianca, sempre nella Bassa Parmense. Paolo ha un allevamento di splendidi segugi italiani, i migliori per la caccia alla lepre secondo me. Gli spiegammo l’esemplare da cacciare e lui ci propose due cani in particolare, che avrebbero svolto il lavoro alla perfezione: si chiamano Luna e Stella.
Fidandomi della grande esperienza di Paolo, prenotammo Luna e Stella per la battuta di caccia del fine settimana che si stava avvicinando. Feci un pensiero: la lepre l’abbiamo chiamata Bianca, Paolo abita a Roccabianca, uno dei cani si chiama Luna…che sia un segno del destino?
Il sabato ci svegliammo alle ore 5,30, preparai la colazione ed iniziai ad indossare gli abiti per la caccia, preventivamente preparati la sera prima, così come tutta l’attrezzatura. Verso le 6.15 senti il rumore della macchina di Stefano, che guidava un Reanault 4, con a bordo Stella e Luna, già vispe ed ansiose di scendere in campo. Gli portai un caffè che bevve di corsa in macchina, con il rischio di scottarsi la gola. Finito di “sorseggiare” la bevanda calda, inserì la prima e partimmo.
Durante la marcia, ripassammo il territorio da percorrere e da setacciare per lo scovo della lepre. Già nei giorni precedenti avevamo stabilito il percorso, ma un ripasso durante il tragitto non poteva nuocere, anzi. Arrivammo al punto stabilito dove lasciare la macchina ed i due cani iniziano ad agitarsi, consapevoli che la caccia stava per iniziare. Infatti, appena liberati i cani, ci avviamo subito per dare inzio alla stagione venatoria. Ci dirigiamo verso la località Trecasali, dove avevamo visto l’ultima volta Bianca.
I cani, quasi come per magia, trovano subito l’odore della lepre nei campi circostanti Tracasali, dove aveva passeggiato nella notte. Luna e Stella erano in fibrillazione, quasi impazziti: annusavano, abbaiavano e correvano in lungo ed in largo: la lepre è vicina, pensai.
Stella, capo muta, fiuta la passata del selvatico, mentre Luna la segue fedele. La battuta si prolunga per un’oretta circa e non vedendo la lepre, iniziai a pensare che forse poteva già essere fuggita dalla zona dove si era posizionata alle prime luci del mattino. Imposi a me stesso di scacciare pensieri negativi. Ebbi la sensazione cha anche Stefano avesse fatto la stessa cosa, ma non gli chiesi nulla e proseguimmo la battuta in silenzio, ascoltando solo i cani.
Iniziammo a dirigersi verso est, in direzione di Torrile. Quasi sconsolato e abbattuto stava per arrendermi, ma tutto d’un tratto sento Luna che ritrova una passata convinta; paolo mi aveva avvertito: i miei cani non sbagliano, sta tranquillo. Mi porto subito a distanza ravvicinata dal segugio che sembra quasi “mangiare le foglie” tanto aveva il muso piantato per terra per seguire la traccia. Il tempo di guardarmi intorno e pensare,ma dove sarà la lepre?
Tutto di un tratto il cane prende una discesa, fa 30 metri circa dalla mia posizione e quasi per magia scova la lepre. La cosa mi lascia di ghiaccio per una frazione di secondo, ma mi riprendo e sparo due colpi, che non centrano la lepre, la quale semina i cani. Maledizione, penso. Stefano mi guarda e mi dice: concentrati!
Sconsolatissimo vedo però la muta si dirigersi nella direzione del selvatico e questo mi fa subito rialzare lo sguardo e pensare che la lepre stava percorrendo il sentiero che prima avevamo percorso. Dopo pochi secondi, sento i cani fermarsi ed il lamentarsi del selvatico: pensai che i colpi non erano andati proprio a vuota, ma avevano ferito la lepre.
Bianca sbuca dal fogliame per un ultimo estremo tentativo di fuggire, ma Stefano, più veloce di me, spara due colpi e la abbatte. Gridai: SSIII! Anche i cani iniziarono ad abbaiare, felici per come si era conclusa la giornata.
Raggiungo la preda stesa sull’erba e da vicino vidi che si trattava di un bellissimo esemplare di lepre, all’incirca sui 4,5 kg. Penso che se la stagione precedente si era conclusa con la figla di Bianca, la nuova era iniziata sotto la migliore stella.
Proseguimmo la battuta di caccia, tornando verso la macchina. Prendemmo altre prede, dopo Bianca, ma questa, come si dice, è un’altra storia.
In bocca al lupo a tutti!!