Caccia alla Lepre: E’ una delle cacce più entusiasmanti che esistano e si contende persino il primato delle emozioni assieme a quella del cinghiale.
Stiamo parlando della caccia alla lepre, vera e propria arte venatoria che da decenni appassiona migliaia di cacciatori. Questa tipologia di caccia vanta una lunghissima tradizione che coinvolge tantissime generazioni di cacciatori: bisnonni, nonni, fino a figli e nipoti. I cacciatori di lunga data parlano della caccia alla lepre come di un’esperienza indimenticabile e ricca di colpi di scena. Gli imprevisti tipici di questa caccia suscitano, infatti, tantissime emozioni, le quali, il più delle volte, si trasformano in ricordi indelebili. Chi ha avuto la fortuna di cimentarsi nella caccia alla lepre dice di non essere più riuscito a dimenticarla e di averla voluta ripetere per tutto il resto della sua vita di cacciatore. Oltre alle emozioni, però, la caccia alla lepre regala anche tanta fatica, anzi viene comunemente definita come una delle cacce più faticose e stressanti del mondo venatorio.
La fatica dipende non solo dalle caratteristiche del selvatico, ma anche dall’allenamento a cui sottoporre i cani scelti per cacciarlo. La lepre, poi, non è una preda facile da catturare. Veloce e scattante, sa nascondersi molto bene in posti impensabili, persino sotto gli alveari. La sua velocità rende anche difficile la mira e il tiro, ma è proprio questo che rende emozionante la sua caccia.
La scova, l’eventuale inseguimento e l’abbattimento sono, infatti, le fasi più esaltanti della caccia alla lepre.
Questo animale è un mammifero lagomorfo appartenente alla famiglia dei leporidi, la stessa dei conigli. A differenza di questi ultimi, presenta dimensioni maggiori, orecchie più lunghe con estremità scure e occhi più grandi. Le differenze morfologiche con i conigli sono presenti anche nei piccoli, i quali nascono con gli occhi aperti e già ricoperti di una pelliccia protettiva. Probabilmente, per il suo talento nella corsa, la lepre è anche più coraggiosa e intelligente del coniglio. Questo selvatico, infatti, sa intuire molto bene le minacce provenienti dal mondo esterno. L’animale si abitua molto facilmente a sfuggire ai cani e al cacciatore, ecco perché è meglio cacciare solo le lepri più giovani e all’inizio della stagione venatoria: quelle adulte, una volta sfuggite alla prima cattura, sfuggiranno quasi sempre, a meno che non si diventi abilissimi nell’individuare i posti e le tane in cui questi animali si nascondono.
Conoscere i nascondigli della lepre non è facile, mentre è più semplice conoscerne gli habitat, solitamente tipici di alcune specie.
La lepre comune, ad esempio, si ritrova in quasi tutto il territorio nazionale, ad esclusione delle Isole maggiori. La lepre italica è presente in Sicilia, la lepre sarda copre tutto il territorio della Sardegna, mentre la lepre bianca abita il territorio alpino. Questo selvatico vive nei campi, nelle basse aree collinari e nei boschi. Come già detto, i suoi nascondigli sono davvero impensabili, tanto che per cacciarlo bisogna seguire un motto molto comune tra i cacciatori, ovvero che “la regina baffuta si trova solo dove meno te l’ aspetti”. “Regina baffuta” è uno di nomi che i cacciatori solitamente usano per cacciare la lepre. La caccia a questo selvatico si svolge come quella classica al cinghiale: in squadra alla posta. La lepre si può cacciare anche in forma vagante, con o senza cani. Per quanto riguarda questi ausili bisogna usare cani da seguita o da ferma. Sull’uso dei cani esiste però una certa polemica tra i cacciatori: alcuni suggeriscono esclusivamente i cani da seguita, altri quelli da ferma. La verità, come sempre, sta nel mezzo e in tal senso si può aggiungere che nella caccia nei campi o nei prati, in pianura o in collina, conviene usare i cani da seguita, mentre in quella nei boschi, quelli da ferma.
Le razze da seguita più utilizzate per la caccia alla lepre sono il segugio italiano, il beagle e il meticcio segugio pointer, mentre per i cani da ferma, il setter inglese e lo spinone italiano.
I cani, da cuccioli, devono subire un duro allenamento per imparare a individuare e a cacciare solo la lepre. Inizialmente li si può abituare a inseguire i conigli. In seguito, si possono mettere a caccia di lepri in posti dove ci sono anche i caprioli, che per i cani rappresentano delle prede più appetibili. Quando i cani sbagliano a cacciare e si rivolgono al capriolo, bisogna sgridarli e indirizzarli severamente verso la lepre. Una volta allenati, i cani saranno pronti per la scova del selvatico. Molto emozionante è la caccia in squadra alla posta, da effettuare con un attento sopralluogo dei luoghi frequentati dalla preda. In queste aree si piazzano le poste. Le lepri inseguite dai cani fuggono solitamente in luoghi facilmente percorribili e in salita. Dopo la scova, non rimarrà altro da fare che affidarsi alla mira dei tiratori che occupano le poste ( i postatoli).
Dalla scova al tiro si vivranno momenti ricchi di emozioni e di scariche di adrenalina, dove si assisterà a una vera e propria sfida di astuzia tra i cani e le lepri, abilissime nella corsa e nel seminare gli inseguitori. Emozionante è anche la caccia vagante nei boschi, con o senza cane. In assenza di quest’ultimo, la scova spetta al cacciatore, che deve possedere un udito molto fine per sentire, nell’assoluto silenzio del bosco, il movimento furtivo della lepre. Se si è fortunati e non sempre è così, ci si ritroverà a mirare e colpire un selvatico davvero imprendibile. Le armi più adatte per la caccia alla lepre sono la doppietta o il semiautomatico. La prima è l’arma tradizionalmente usata per la caccia alla lepre. Nella caccia moderna si usano anche i semiautomatici, fucili leggeri che consentono una buona capacità di movimento del cacciatore, specie in una caccia faticosa come questa. Leggerezza e praticità sono comunque caratteristiche possedute anche dalla doppietta. I fucili devono avere strozzature medie ( 4/12) e cartucce con pallini numero cinque o sei. La lepre va cacciata solo entro il calendario venatorio predisposto dalle singole Regioni. La lepre italica, ad esempio, è cacciabile solo in Sicilia, dal 15 ottobre al 30 novembre. In molte province è ormai vietato cacciare questo selvatico. Il motivo è dovuto al fatto che le lepri, a causa della riduzione del loro habitat naturale ( vedi pesticidi e diserbanti nei terreni) stanno ormai scomparendo.