La caccia alla Beccaccia, regina dei boschi e forse una delle più affascinanti e divertenti. Intelligente e furba, per il cacciatore darle la caccia è una vera e propria sfida da vivere in compagnia del proprio fidato ausiliare a quattro zampe.
Quelle giornate di caccia sono state indimenticabili! Sì lo so che ogni giornata di caccia è sempre indimenticabile per un cacciatore, ma non solo ero in compagnia del mio migliore amico, ma eravamo nel bel mezzo della Croazia, lontani da casa, lontani dai problemi, immersi in scenari nuovi, che per niente mi ricordavano Bergamo e i suoi dintorni.
Il viaggio lo avevo trovato online e ad un prezzo stracciato, Daniele aveva da pochissimo venduto il suo trattore e dunque due soldini da parte li aveva e per non spenderli tutti alla solita maniera, inutilmente, abbiamo deciso di comune accordo di partire in compagnia dei nostri cani ad assaporare “la caccia antica”, così diceva lo slogan del viaggio!
Già il viaggio è stato tutta un’avventura: per quanto io preferissi la soluzione via mare, da Ancona per Spalato, Daniele voleva assolutamente fare il viaggio in macchina. Così abbiamo caricato il mio fuoristrada e via per l’avventura! In effetti non aveva tutti i torti dato che abbiamo potuto portare comodamente, in Italia, tutta la selvaggina faticosamente catturata. Se le beccacce sono furbe in Italia, in Croazia ne sanno una più del diavolo, ma la caccia è stata mille volte più divertente!
Siamo rimasti una settimana, e durante quei sette giorni abbiamo assaporato il gusto di tre riserve di caccia: quella di Spalato, quella di Gracac e quella di Knin, tutti luoghi magici, meravigliosi, che davvero non si dimenticano tanto facilmente. Il bosco è fitto, fresco, profumato, e la beccaccia, regina incontrastata, domina fra castagni, ginestre e rovi.
Al nostro arrivo ci hanno immediatamente proposto di prendere con noi uno dei loro cani, ma noi avevamo i nostri due setter che non ci hanno mai tradito, abbiamo ringraziato, occupato le nostre stanze e fatti una bella dormita; il giorno dopo, di buon ora ci aspettava una giornata fantastica, forse la più entusiasmante di tutta la settimana, d’altronde le novità hanno il loro fascino. Daniele ha russato tutta la notte, e io non ho dormito un granché, ma forse non avrei dormito comunque, ero eccitatissimo e l’ora della partenza è arrivata prima di quanto mi immaginassi. Siamo stati accompagnati da una guida che conosceva il luogo, e che parlava un ottimo italiano. Abbiamo ascoltato tutti i consigli e ci siamo buttati nella mischia. All’inizio della giornata di caccia è stata calma piatta, tanto che ad un certo punto mi sono accasciato su un masso, sbadigliando con una certa enfasi. Vuoi vedere che sarà una noia mortale, mi sono detto. E’ stato Thor a richiamare la mia attenzione. E’ il mio meraviglioso setter, nato per la caccia, che ha tutte le carte in regola per essere considerato cane da ferma a tutti gli effetti. La dote gli è innata, ma ovviamente ho dovuto addestrarlo a lungo, con fatica e con costanza.
Insomma mentre sbadigliavo Thor sguscia via, lento e silenzioso e inizia a fissare un punto oltre un fitto cespuglio di rovi. Trascorso qualche minuto che a me è parso infinito, mi ho pensato che la ferma fosse in bianco, ma ho comunque caricato l’arma, perché Thor non sbaglia facilmente e quando rimane immobile, in ferma statuaria, con ogni muscolo teso e con il tartufo che si muove in basso ed in altro, con la mascella che sembri mastichi impercettibilmente l’aria, ha scovato una preda. Mi alzo, mi avvicino al mio obbediente amico, mentre l’adrenalina inizia a scorrermi nelle vene. E’ una sensazione che noi cacciatori conosciamo bene, e viviamo ogni qual volta ci prepariamo alla cattura del selvatico.
Mi sporgo impercettibilmente oltre quell’intricato dedalo di rovi a cielo aperto e vedo il paradiso del cacciatore, la regina dei boschi. Credo di non aver mai visto una beccaccia viva tanto da vicino, e credo che non mi capiterà più. Si è trattato di una bella fortuna specie perché grazie all’intuito del mio caro Thor mi sono potuto appostare a dovere e pochi minuti dopo, ho potuto assistere al volo di altre solitarie compagne. Il volo era morbido, elegante e sfioravano con una precisione millimetrica i rovi, artiste dello slalom. Un cacciatore capisce subito quale è il momento migliore per agire, e quello lo era certamente! Quel giorno ho portato a casa un bel carniere, ho premiato il mio amico, ma soprattutto ho avuto la possibilità di ammirare la maestosa beccaccia, così da vicino che ho creduto di poterla toccare con le mani. E’ un’esperienza di quelle che davvero non si possono dimenticare. A Daniele non è andata altrettanto bene, non il primo giorno almeno, ma si è rifatto nei successivi. Piuttosto, se decidete di vivere anche voi un’esperienza di questo genere, ricordate di portarvi al seguito anche il passaporto se non volete proprio separarvi dal vostro fucile e il certificato venatorio del cane con tutte le necessarie vaccinazioni. Quella antirabbica è obbligatoria. In Croazia sono stati molto attenti e hanno controllato con una cura pedante i nostri documenti. Poi ovviamente è stato solo divertimento!