“Finalmente la prima!” è la breve ma vibrante didascalia che accompagna la foto che mi ha inviato Alberto sabato mattina. In effetti era ora, dopo una torrida estate e un autunno assolato, che arrivassero finalmente le piogge a ravvivare la natura e a portare con sé il fascino di questa magica stagione. Le previsioni per la domenica sono abbastanza catastrofiche, pioggia sostenuta e temporali sono dati al 100%, ma Alberto, un po’ per l’entusiasmo che lo pervade un po’ per il saggio intuito di chi sa guardare il cielo mi propone un’uscita veloce per l’indomani, qualora una finestra di tempo stabile ci regalasse qualche ora di caccia.
Al mattino messo il naso fuori ci sentiamo rapidamente giusto per confermare l’appuntamento, se il temporale arriverà ci troverà nel bosco, o magari di rientro. Scesi dalla macchina facciamo un breve sentiero prima di immergerci in un bosco di carpini. I profumi che esalano dalla macchia bagnata di pioggia sono estasianti e ci trasmettono immediatamente l’essenza dell’autunno e della caccia.
In campo oggi ci sarà Asso, il pointer bianconero di 4 anni di Alberto, ottimo e collaudato soggetto, affiancato dal giovane Moro, di soli 12 mesi, alla sua prima vera uscita a beccacce. Se delle doti di Asso sono ben edotto non posso non osservare, ammirato, il giovane Moro: intraprendente, indipendente rispetto al più navigato compagno, molto collegato e a suo agio nella fitta e insidiosa macchia mediterranea, questo pointer nero come la notte mi entusiasma parecchio.
Dopo qualche giro dei cani, che noi seguiamo a fatica a causa del sottobosco fitto di rovi e stracciabraghe, il palmare vibra nel taschino di Alberto, indicando che Asso è in ferma. Raggiungiamo il più velocemente possibile i cani e troviamo Asso in ferma e Moro in consenso. Ci disponiamo ai lati dei cani che rompono la ferma confermando la nostra sensazione che la beccaccia non sia più lì. Riprendiamo a perlustrare il bosco. “Qui ho trovato le beccacce praticamente in ogni punto, non saprei dirti quali sono le rimesse, è una zona molto favorevole” mi dice Alberto.
Quando sbuchiamo su un sentiero possiamo intravedere la coltre di nubi nere che sta inghiottendo il cielo all’orizzonte. “Non abbiamo molto tempo prima del temporale, ma non possiamo non cercare nel pezzo quassù” mi incita Alberto. Quando abbiamo risalito una leggera scarpata, madidi di sudore più per l’umidità e il caldo anomalo che per lo sforzo, il palmare vibra nuovamente. Asso e Moro, che si erano diretti nel fosso alla nostra destra, sono in ferma. Ci lasciamo scivolare correndo sul fango verso di loro. Questa volta Alberto è pronto a servire i cani e io sul lato opposto a coprire un’eventuale via di fuga della beccaccia. Il frullo della beccaccia è subito coperto dal colpo di stoccata di Alberto.
L’esito del tiro non ci è immediatamente chiaro, l’ambiente fitto del sottobosco non ci ha permesso di seguire la traiettoria della beccaccia ma siamo abbastanza persuasi che sia andata via. Mentre facciamo queste considerazioni i cani sono nuovamente in ferma: prima Moro e poi Asso in consenso in ferma tra i rovi. Mentre ci avviciniamo i due pointer rompono la ferma e poco dopo il regale piumaggio della beccaccia sfolgora tra il nero morso del giovane e debuttante Moro, riempiendo gli occhi di Alberto di orgoglio e soddisfazione.