La “Regina del bosco”, anche se abitudinaria, può mettere in difficoltà cani e cacciatori, i quali devono avere esperienza, pazienza e costanza
La beccaccia, soprannominata “Regina del bosco”, è diffusa in tutta Europa, in Asia e nelle isole dell’Atlantico dove generalmente nidifica. In Italia è presente nei periodi di passo autunnale e primaverile.
La beccaccia ha un peso oscillante tra i 320 e 450 gr. Ha un lungo becco e occhi posti in posizione laterale molto grandi. La colorazione è pressoché identica in maschio e femmina bruno rossastra con delle barre trasversali nere sul collo. In generale il suo piumaggio è estremamente mimetico nei confronti delle foglie secche.
La beccaccia gradisce i boschi dove c’è umidità e ove sia presente sottobosco. E’ possibile trovarla anche nelle radure a ridosso dei boschi.
E’ necessario citare l’articolo 18 della Legge quadro 517/92, il quale disciplina la tecnica della caccia alla beccaccia. Secondo tale norma la beccaccia è specie cacciabile dalla terza domenica di settembre al 31 gennaio, tenendo conto che la disciplina dell’ attività venatoria fa capo alle Regioni le quali, con l’intento di conservare le varie specie, possono apportare modifiche ai locali calendari venatori.
Il periodo più favorevole per la caccia a questo uccello corrisponde con l’ultima decade di ottobre, periodo nel quale il “passo” fa registrare il momento di maggiore abbondanza degli stormi.
La caccia alla beccaccia necessita del cane da ferma, mentre per quanto riguarda il fucile più che il calibro, importanza assume la canna la quale deve essere corta e pressoché cilindrica. Nonostante la grandezza, la beccaccia è un selvatico dalle ossa abbastanza tenere, per cui è sufficiente una cartuccia piombo calibro 8 o anche 9.
Si deve incalzate dal cane poiché le beccacce non si comportano tutte e sempre nello stesso modo. Infatti, in alcuni casi tentano di far perdere le proprie tracce sfilando per terra per lunghi tratti, compiendo un percorso tortuoso, per poi eventualmente spiccare un volo che passi inosservato sia al cane che al cacciatore. Oppure, mentre cane e cacciatore la “ribattono” dove hanno visto o pensano che si sia rimessa, la beccaccia è già tornata al luogo dove è stata “levata” per la prima volta.
La caccia alla beccaccia è molto particolare e interessante, ma necessita ottimi cani, esperienza, pazienza e costanza.
In passato nella caccia alla beccacia spesso si adottava la tecnica all’aspetto, che veniva praticata tramite appostamento all’alba o all’imbrunire verso sera, rispettivamente quando il selvatico si ritirava dalla pastura per poi rientrare nel bosco e viceversa quando lasciava il bosco per recarsi nei luoghi umidi per la pastura. Da molti anni questa tecnica, in Italia come in molti altri Paesi, è ormai vietata, questa forma di caccia non può al giorno d’oggi essere tollerata, in quanto mero esercizio di tiro su una specie fortemente cacciata e venatoriamente molto interessante, sulla quale si può svolgere un esercizio venatorio specialistico, più leale e sportivo, e, nel contempo, assai meno distruttivo, semplicemente utilizzando il cane da ferma.