Conosci il porciglione? Oggi raccontiamo la storia di questo volatile dai colori seducenti dalla bellezza disarmante.
La sua famiglia è quella dei Rallidi, cugino della gallinella d’acqua, della folaga e del volantino. Tutte queste specie sono ben conosciute in Europa, nel Nord Africa ma anche in Asia occidentale. Il Porciglione l’Italia la frequenta con regolarità: per quanto sia un migrante regolare torna nella penisola a svernare ogni anno, e negli ultimi tempi si sono formate anche delle popolazioni sedentarie. In linea di massima possiamo ammettere che in tutte le regioni nelle quali il clima è continentale il porciglione è specie migrante o semi migrante, mentre diventa sedentaria nei paesi che si affacciano sul mare, quello del Nord, Sull’Atlantico e sul Mediterraneo. Chi lo conosce lo sa, predilige frequentare le zone umide di acqua dolce, le pianure ed eventualmente la bassa collina, a patto che non sia presente una vegetazione troppo rada: molto meglio la vegetazione palustre, fitta e rassicurante.
Abita abitualmente canneti, formazioni di tifeto, cariceto e similari fra i quali non devono mancare piccoli banchi di fango emergenti, pozze ma anche canali. Non è un caso infatti che il porciglione nidifichi negli stagni, o sulle rive dei fiumi il cui corso dell’acqua sia particolarmente lento. Difficilissimo da individuare i contatti principali fra uomo e porciglione sono di tipo sonoro. Si stima che in Italia siano presenti dalle 3 mila alle 6 mila copie di porciglioni, ben distribuite su tutto lo stivale a quote comprese fra lo 0 e i 500 metri. Non mancano comunque esemplari che hanno scelto di vivere ad alta quota fino ad un massimo di 1400 metri sul livello del mare.
Oltre a questa popolazione stanziale, l’Italia è periodicamente raggiunta da una buona quantità di porciglioni migranti durante quella che comunemente è detta migrazione post nuziale che avviene fra ottobre e novembre. La migrazione pre nuziale invece inizia in febbraio e continua fino a tutto aprile. Il porciglione tra i mesi di marzo e agosto infine si ferma per l’accoppiamento: le zone più gettonate da questo selvatico particolarmente elusivo, nelle quali sono state inanellati più esemplari, sono la costa ligure, quella emiliano romagnola e quella toscana. Queste zone vengono raggiunte da porciglioni che partono direttamente dall’Europa centrale e centro orientale e che si trattengono nel nostro paese per svernare.
Oggi il porciglione è considerato a livello europeo una specie in buono stato di conservazione visto che gli areali di nidificazione e pure le popolazioni in generale appaiono piuttosto stabili. A causare una contrazione nel numero dei porciglioni è stata di certo la forte messa a repentaglio dei suoi habitat naturali, molti dei quali sono stati eliminati. Il problema che negli ultimi tempi si sta facendo sentire è quello relativo all’attività venatoria rivolta alla caccia di questa specie eccezionale. Per l’apertura e chiusura della caccia il periodo compreso fra il 20 settembre ed il 20 gennaio pare ideale in quanto in teoria compatibile con la fine della riproduzione , seppure è bene non dimenticare mai il problema del disturbo che l’attività venatoria potrebbe eventualmente causare nelle zone umide. Si tratta infatti, come accennato di aree a grosso rischio di scomparsa e dunque da tutelare e rispettare pienamente.