Caccia al Muflone: Signore per eleganza e forza dei boschi italiani, il muflone oggi è presente con gruppi molto numerosi in tutto l’arcipelago Toscano e la sua caccia è una vera e propria sfida per il cacciatore in cerca di nuove avventure.
Fa parte della famiglia dei Bovidi e il suo fascino è indiscutibile. Elegante e fiero, il muflone allo stato selvatico è presente in Sardegna (per quanto specie estremamente vulnerabile) e in Corsica. Con il tempo è stato introdotto in diversi paesi, con grande successo per via della sua sorprendente adattabilità. Ad oggi è presente non solo nell’arcipelago toscano ma anche nelle zone appenniniche, in Svizzera, in Germania, in Olanda, in Cecoslovacchia, in Russia ed in Ungheria, tanto per citarne alcune.
Chi ha visto con i propri occhi un muflone non può aver dimenticato il fascino misterioso ed elegante di cui gode questo ungulato di dimensioni medie, robusto e vigoroso nella stazza. Lungo circa 120 – 130 centimetri la sua altezza al garrese non supera i 75 centimetri e il peso può arrivare fino ai 50 chilogrammi negli esemplari più grossi.
I maschi si possono riconoscere con una certa semplicità vista la presenza di fantastiche corna con forma spiroidale, larghe alla base e ricurve. Si tratta di corna cave che non vengono mai deposte. Piuttosto crescono ogni anno, e ogni anello parallelo, che parte dalla base, indica gli inverni del muflone. Contando gli anelli dunque si può stimare l’età dell’esemplare. Le femmine invece o non possiedono corna, o le possiedono ma estremamente piccole, per cui distinguerle dal maschio è estremamente semplice.
La pelliccia è spessa, corta e ruvida, in parte lanosa e ricciuta e cambia colorazione in base alla stagione: durante l’estate ad esempio il manto è bruno rossastro, mentre il muso, l’interno delle orecchie, e le gambe sono bianchi. D’inverno per necessità il pelo si fa più fitto e dunque in parte più scuro e per questo il contrasto con le parti chiare è estremamente evidente. Affezionato agli ambienti collinari, ma anche aridi e rocciosi, il muflone ha trovato un habitat ideale specie la dove prolifera la macchia mediterranea, ma si è adattato con una certa semplicità anche ad ambienti montani con inverni rigidi e nevosi.
Amante della vita societaria, il muflone vive in branchi molto numerosi che normalmente sono guidati durante gli spostamenti da una femmina anziana, che però non è il capo branco. Si nutre di fogliame, ma anche ghiande e frutti, e in assenza di questi alimenti opta per graminacee e legumi. Si riproduce durante i mesi di dicembre, gennaio e febbraio e proprio in questo periodo gli scontri fra maschi sono estremamente comuni e i colpi delle corna che si scontrano ben si possono distinguere fra la vegetazione, nelle zone in cui questi favolosi animali sono presenti. 20 settimane dopo l’accoppiamento di norma la femmina partorisce il nuovo muflone.
In Toscana oggi si trovano buoni insediamenti di mufloni: basti pensare che nel 2009 si stimò la presenza di 3 mila abitanti distribuiti nell’appennino settentrionale e centrale, e con precisione nelle foreste casentinesi, nell’appennino Pistoiese, nella Garfagnana, in Lucchesia, e nelle Alpi Apuane ma anche nell’Isola d’Elba e nel comprensorio pisano, e anche nell’Oasi di Covaglio a Firenzuola e nelle zone limitrofe.
Immesso in Italia negli anni sessanta del secolo scorso oggi è presente anche nelle isole di Montecristo e del Giglio e la sua presenza si fa sentire in tutte le riserve private o demaniali dal Gargano alle Dolomiti. Caccia e presenza è necessariamente regolamentata con estremo giudizio, dato che là dove il muflone raggiunge i limiti consentiti dall’ecosistema, la caccia selettiva diventa indispensabile per la tutela dell’equilibrio ambientale. E’ importante ricordare infatti che il muflone fin da subito è entrato in competizione alimentare ma anche territoriale con il camoscio, creando problemi non da poco alla specie autoctona.
Preferiscono spostarsi ordinatamente all’alba per raggiungere il pascolo e durante i pomeriggi troppo caldi riposano all’ombra dei boschi. Non si allontanano mai dai propri territorio e si spostano, come accennato, in ordinata fila capeggiata da una vecchia femmina, e chiusa dal capo branco che controlla la zona, il gruppo e gli eventuali pericoli.
Il cacciatore che ha già incontrato il muflone sul campo sa che si tratta di una creatura estremamente resistente: incassa i colpi di carabina e pare quasi non accusare il colpo. Naturalmente il cacciatore che ha buona mira e gambe per inseguire il muflone che è capace di percorrere anche molti metri dopo il colpo, vedrà la sua fatica dare risultati.
Detto questo ricordiamo che per dare la caccia a questo re del bosco i calibri ideali vanno dai 6,5 mm fino agli 8 mm.