La Lega Anti Vivisezione (LAV) ha deciso di rivolgersi al Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, per affrontare una volta per tutte la questione della caccia al lupo in Italia. Come si può leggere nel comunicato stampa dell’associazione, il titolare del dicastero di Via Cristoforo Colombo rischia di essere ricordato per aver riaperto questo prelievo venatorio dopo quasi 50 anni, oltre che per aver consentito l’uccisione di cani vaganti nonostante la proibizione prevista dall’ordinamento italiano da un quarto di secolo.
La Lega ha presentato anche la dichiarazione per la gestione non letale del lupo, documento firmato da esperti internazionali che si occupano proprio della gestione e conservazione dell’animale. La conferenza è stata sfruttata, inoltre, per la presentazione di un dossier. Il titolo è “Verso un piano di conservazione e gestione del lupo in Italia”: si tratta di una revisione dal punto di vista tecnico e scientifico della bozza di piano del Ministero dell’Ambiente, visto che la proposta attuale è stata definita “un clamoroso salto indietro nel tempo per il nostro paese” e “una vergogna sul piano etico”.
Secondo la LAV, la mancata approvazione è stata garantita finora dalle critiche e dalle proteste di associazioni e cittadini, anche se viene considerata una vittoria temporanea e che non mette al riparo i lupi dal “bersaglio del fuoco incrociato di cacciatori e altri soggetti che potranno essere abilitati agli abbattimenti”.