In questo articolo tratteremo le tecniche di caccia ai colombacci e l’addestramento al quale vengono sottoposti i piccioni, che fungono da richiamo. Inoltre, verranno descritte le attrezzature che servono per addestrare i piccioni e le funzioni che quest’ultimi assolvono durante gli appostamenti.
La caccia al colombaccio detiene un record, ossia quello relativo alla quantità di modi con i quali viene cacciato in Italia e nel mondo. La caccia a questo volatile si pratica in tanti modi e praticamente tutto l’anno, poiché è diventato praticamente stanziale nel nostro territorio.
Alla preapertura della stagione venatoria lo possiamo individuare nei campi di girasole maturo oppure di grano tagliato.
Il colombaccio viene cacciato nella modalità con qualche stampo di plastica o meglio di penna, e un gioco di piccioni collocati su racchette a terra, completato da alcuni volantini.
Nel periodo di passo autunnale, la caccia più praticata è la modalità classica che prevede l’uso di volantini e zimbelli, su palchi aerei, nei boschi, in attesa degli stormi provenienti dal mare o fili di passo dall’entroterra.
Sta prendendo piede anche la modalità da campo, più recente, con attrezzature più specifiche e complete rispetto a quella da bosco. Nel periodi in cui il Colombaccio sverna, specialmente in Toscana, inizia la cosiddetta ricerca itinerante dei luoghi di pastura, in un primo momento alla ghianda di quercia, in seguito di leccio ed infine all’edera. I periodi più favorevoli sono dopo la metà di novembre, fino alla chiusura di fine gennaio.
In questo periodo si cambia attrezzatura, poiché vengono utilizzati i piccioni da richiamo collocati su aste telescopiche, rulli, e qualche volantino molto bravo su piccole e leggere rastrelliere: attraverso questa modalità si riescono ad ottenere spesso e volentieri buoni risultati.
Un capanno innalzato tra i lecci è una valida alternativa. Costruito quest’ultimo, vengono legati allo stesso i volantini ed i cimbelli, i quali a loro volta vengono posizionati qua e la tra le fronde al fine di attirare i colombacci. La caccia al capanno consente una visuale privilegiata. Collocati i piccioni sulle aste, i cacciatori si sistemano nel capanno ed iniziano a sollecitare i volantini per attirare i colombacci e convincerli a staccarsi dagli stormi ed avvicinarsi al capanno.
Il palco aereo e la caccia al campo e con l’asta sono modalità che differiscono per la posizione del cacciatore: nel primo caso il cacciatore è su una struttura a svariati metri altezza tra le fronde degli alberi; nel secondo caso è prevista la costruzione di un capanno a terra che si mimetizza tra i cespugli. L’addestramento dei piccioni da richiamo è fondamentale.
La prima fase dell’addestramento prevede inizialmente i volantini legati per consentire loro di prendere confidenza con l’ambiente e con le proprie mansioni, che in seguito dovranno assolvere in vista della stagione venatoria. Dopo ogni sessione di addestramento i volantini tornano alle proprie voliere.
Il sistema dello stantuffo è molto praticato; esso consiste in due tubi di metallo che scorrono l’uno dentro l’altro alla cui estremità vi è una sorta di racchetta sulla quale si posa il piccione. Una sagola che scorre in una carrucola e collegata ad una sezione dello stantuffo, consentirà al cacciatore di far alzare lo stantuffo per indurre il piccione a piccoli voli sopra la racchetta. Il piccione, legato allo stantuffo con una calzetta per il recupero, avrà il compito di attirare i colombacci e farli avvicinare alla postazione del cacciatore.
Anche in questo caso l’addestramento è importante, poiché quanto più un piccione avrà la possibilità di rimanere a stretto contatto con lo stantuffo o con il posatoio, tanto maggiore sarà la docilità dimostrata in fase di caccia. Agli inizi i piccioni giovani appaiono scontrosi e timorosi, è sta l’addestratore cercare di tranquillizzarli e farli sentire a loro agio sugli stantuffi e posatoi.
L’addestramento sugli stantuffi e posatoi vede i cimbelli collocati inizialmente sugli stantuffi, in seguito si lascia che siano i volantini a raggiungere da soli la rastrelliera: Dopo questa prima fase, i piccioni sanno di doversi posare sul posatoio allestito più in alto, quello dove saranno sottoposti all’addestramento vero e proprio. La caccia con l’asta viene praticata in tempi di apertura per insediare i colombi sedentari ed in inverno per quelli stazionari. Lo stantuffo vicino alle fronde degli alberi consente di zimbellare senza essere notati dai colombacci, un’operazione complessa poiché c’è il pericolo che la sagola si impigli tra i rami.
In questo caso si assisterà a dei voli disuniti della batteria di piccioni e ciascuno dei componenti della stessa ricercherà la propria traiettoria senza curarsi di quella degli altri. Cosa importante è che ogni volantino non perda di vista la rastrelliera e per tale scopo vengono utilizzati i cimbelli. Si noterà in questo caso che nel volo i piccioni vengono sollecitati dai cimbelli più vicini al posatoio dei volantini, per insegnare ai piccioni stessi che quello è il punto di riferimento per il loro rientro. Con il tempo, il volo della batteria diventerà sempre più armonioso e coeso. Un’altra modalità prevede l’uso di una sagola piombata, per consentire un volo più controllato dei piccioni.
La confidenza con il cacciatore con il piccione da asta deve essere assoluta.
Un altro tipo di addestramento consiste nel tenere legati i piccioni per due giorni sul posatoio (ovviamente per poco tempo), mentre dal terzo giorno viene allungato il filo. Tempo e pazienza occorreranno anche per i cimbelli per il rullo inerziale e classico. Le teorie in materia di addestramento dei richiami vivi si sprecano. Ognuno ha una sua ricetta, ma il comune denominatore è la pazienza e naturalezza nell’addestramento. Dopo il primo mese di vita del piccione, quest’ultimo può iniziare il training.
In Italia molti cacciatori, durante il corso dell’anno, addestrano con passione e rispetto i piccioni che verranno utilizzati durante la stagione della caccia. L’uso delle attrezzature avviene nella massima sicurezza dei piccioni che vengono addestrati.
Infine un accenno sulla scelta del fucile e delle munizioni per la caccia al colombaccio: il fucile non deve possedere caratteristiche particolari, ma occorrono soltanto canne di media lunghezza con strozzature medie. Diverso è il discorso relativo alla caccia ai valichi, nei quali le distanze di tiro sono piuttosto lunghe e gli uccelli passano veloci. In tali condizioni, oltre ad adeguato munizionamento, occorrono fucili magnum con elevate lunghezze di canna, dai 71 ai 75 cm e molto strozzate. Il semiautomatico è l’arma migliore in questo tipo di caccia sia per il terzo colpo, che spesso necessita in uccelli molto resistenti, sia per il ridotto effetto rinculo rispetto alla doppietta ed al sovrapposto.
Il colombaccio, un uccello robusto e grande incassatore, necessita di munizioni del calibro 12 pesanti o magnum per essere abbattuto; il piombo migliore per il colombaccio dovrebbe essere il 6, anche se oscillazioni oscillare dal 7 al 5 consentono comunque una buona riuscita.