Caccia al cinghiale nel viterbese. Nei giorni scorsi si è svolto un incontro presso la Provincia di Viterbo, Rita Favero, Domenico Puleggi, Daniele Ricci, Massimo D’Ottavio e Augusto Carbonari, hanno presieduto un partecipatissimo incontro tra i capi squadra della Tuscia.
Oggetto dell’incontro: le incertezze nel passaggio di competenze tra provincie e regioni in materia di caccia e l’obiettivo di raccogliere le istanze dei cacciatori da trasferire all’assessore Hausmann che si è già dimostrato disponibile ad aprire un tavolo di dialogo con i protagonisti della vita venatoria delle province del Lazio.
Sono oltre il 95% delle squadre di caccia al cinghiale della provincia di Viterbo, rappresentano tra iscritti e invitati il 75% dei cacciatori del viterbese e con un numero di oltre 4500 detentori di licenza sono una grande forza determinata e unita nel costruire un percorso virtuoso che con referenti provinciali e regionali intende discutere e lavorare sulle linee guida del nuovo regolamento regionale in materia di caccia al cinghiale.
Gli interventi dei consiglieri regionali Daniele Sabatini ed Enrico Panunzi e il dirigente rappresentano un gradito impegno a sostenere il dialogo tra l’assemblea dei cacciatori e gli organi regionali, una collaborazione ribadita da entrambi e frutto della consapevolezza che la caccia rappresenta una risorsa per la gestione e la tutela del territorio che prescinde dagli orientamenti politici e dalle ideologie.
La caccia al cinghiale ha oggi un valore fondamentale, è una disciplina che affonda le proprie origini nelle tradizioni e nella storia dell’uomo ed è custode di queste memorie e di queste culture, dice Panunzi, è anche un elemento di garanzie e tutela di luoghi abitati e coltivati, e di protezione da specie nocive quale è il cinghiale, sostiene Sabatini.
Viterbo è l’unica provincia che in questi anni ha saputo aggregare squadre e cacciatori, eleggere un suo comitato di delegati rappresentanti e costruire un’attività di relazioni con le istituzioni .Tra gli obiettivi raggiunti, grazie al regolamento della caccia al cinghiale della provincia di Viterbo, ha ricordato la Favero c’è l’orario di inizio delle battute di caccia al cinghiale, l’attribuzione certa delle zone di caccia, la possibilità di cacciare fino a tre squadre insieme, la regolamentazione dell’esercizio venatorio perché sia svolto sempre in sicurezza e nel rispetto dei territori e delle persone, che inoltre lascia ampio spazio agli altri cacciatori che praticano una caccia diversa.
La delegazione di Viterbo si è resa disponibile a incontrare quanto prima i referenti delle squadre delle provincie di Roma, Frosinone, Rieti e Latina, per aggregare le istanze delle diverse territorialità e trasferirle alle istituzioni regionali impegnate nella redazione del nuovo regolamento. L’unità dei cacciatori della Provincia di Viterbo deve diventare esempio e modello per quella delle provincie del Lazio, questo è un punto fondamentale per fornire una corretta visione agli organi regionali che agiscono sul nuovo regolamento e far percepire alle istituzioni la reale dimensione della popolazione interessata al futuro di questa preziosa disciplina.
Prossimo passaggio tra 10 giorni quando l’assessore regionale incontrerà i capisquadra e si avvierà il dialogo. E’ un’occasione importantissima per disegnare un nuovo modello di dialogo con le istituzioni, rendere operativo il lavoro di relazioni sul territorio, aggregare persone, squadre, istituzioni su un fronte comune, finalmente orientato a una corretta e condivisa gestione del territorio e del suo patrimonio.
Vincenzo Spaccapeli per i delegati delle squadre della provincia di Viterbo
( 30 giugno 2016 )
Fonte: TusciaWeb