Caccia in Italia: Nella Cacciarella o Braccata al cinghiale il Postaiolo è il finalizzatore di tutto il lavoro, e saper star di posta in maniera corretta è fondamentale per la buona riuscita della caccia.
Testo e foto di Saverio Patrizi
La caccia in battuta al cinghiale, la cosiddetta Cacciarella o Braccata, una volta confinata alla Maremma Laziale e Toscana, negli ultimi decenni con l’aumento spropositato dei cinghiali che hanno colonizzato zone dove una volta erano sconosciuti o presenze molto sporadiche, ha coinvolto un numero sempre maggiore di cacciatori in tutte le regioni dello Stivale Italico. A questo punto bisogna fare dei distinguo importanti, la caccia in braccata contempla sostanzialmente due figure fondamentali, il canaio o bracchiere, cioè colui che, con i suoi cani, scova i cinghiali e cerca di indirizzarli verso le poste. Mestiere tutt’altro che facile, comporta grandi sacrifici anche quando l’attività venatoria è ferma, addestramento e mantenimento dei fedeli ausiliari, con tutte le spese che ne derivano.
Poi durante la caccia deve conoscere bene il bosco, essere affiatato con gli altri canai così da mantenere sempre una linea costante che impedisca ai cinghiali di “dare addietro”, a fine cacciata spesso deve aspettare fino a buio qualche cane che si è allontanato sulla traccia di un selvatico padellato o addirittura è costretto a tornare la mattina dopo nella speranza di ritrovarlo.
L’altra figura è il Postaiolo, qui si aprono una infinità di possibilità, sicuramente ben oltre quel 42% che pratica la caccia al cinghiale ha provato almeno una volta l’esperienza di una braccata, c’è chi si è entusiasmato e chi ha giurato che sarebbe stata la prima e l’ultima volta, una grande cacciata copre spesso territori molto ampi pertanto può capitare che alcuni si trovino nel vivo delle canizze con cinghiali che escono continuamente e altri talmente distanti da non sentire nulla, neanche i colpi dei fucili. Star di posta è relativamente facile, ci si iscrive ad una squadra o si prende una quota in una AFV, ci si presenta la mattina nel luogo convenuto, il Capocaccia assegna le posta, per sorteggio o per scelta individuale, generalmente si tratta di un posto lungo una strada o un sentiero nel bosco dove una fila di cacciatori chiude la porzione che s’intende battere quel giorno, a fine caccia ripone il fucile nel fodero, aiuta a recuperare gli eventuali animali abbattuti e ritorna al punto di partenza, dove generalmente viene preparato un pasto caldo. Questo è, in grandi linee quanto accade, ma alla posta bisogna saperci stare, c’era un vecchio guardiacaccia, di una riserva sul lago di Bracciano, che mi ripeteva sempre “le poste vengono assegnate per sorteggio, ma i cignali li ammazzano sempre gli stessi …”, questo per spiegare che chi sa stare alla posta, rispettando qualche semplice regole, ha molte più possibilità di sparare rispetto a chi considera la caccia al cinghiale solo un passatempo mondano. Ritengo che la prima regola per poter apprezzare e capire appieno questa caccia sia quella di provare l’esperienza del canaio, non è necessario avere i cani, ma, qualche volta, si può accompagnare chi li ha, una voce in più nel bosco è sempre utile, ci insegnerà come si muovono i selvatici e come si svolge il grande lavoro dei cani, permettendoci successivamente, quando saremo alla posta, di capire cosa sta succedendo nel fitto della macchia, interpretando le voci dei cani e capendo come “gira” la cacciata.
Passando poi al “mestiere” di Postaiolo, la prima raccomandazione riguarda la sicurezza, verifichiamo sempre la posizione dei nostri vicini di posta e le possibili traiettorie di tiro, mentalmente dobbiamo imporci il divieto di sparare in quelle zone che potrebbero comportare pericolo per l’incolumità degli altri cacciatori. Quando andiamo alla posta, generalmente si cammina tutti insieme e il Capocaccia indica ad ognuno la sua posta, procediamo per quanto possibile silenziosamente evitando di parlare ad alta voce o di produrre rumori inutili, arrivati poi dove ci è stato assegnato, individuiamo le possibili vie di fuga dei cinghiali, così da trovarci pronti quando e se si presenterà l’occasione del tiro. Se necessario possiamo togliere quegli arbusti o rami che creano ostacolo fra noi e dove ipotizziamo possa passare il cinghiale, sconsiglio di creare vere e proprie autostrade, ma limitarsi a togliere qualche ramo, magari piegandolo e incastrandolo dove non ci crea fastidio, personalmente uso pochissimo il marraccio e preferisco un paio di forbici da potatura, che mi consentono di liberarmi degli ostacoli senza grandi operazioni di disboscamento, poi sicuramente, quanto pulire va valutato di volta in volta.
Quando le poste sono a terra, solo raramente in alcune AFV troviamo dei palchetti, consiglio l’uso di un seggiolino, ci consentirà di essere riposati quando si presenterà il cinghiale e stando seduti saremo sicuramente molto più silenziosi di chi per ore deve stare fermo in piedi, vi assicuro che stare completamente fermi è quasi impossibile. Sempre per limitare i rumori, bisogna pulire il terreno vicino ai nostri piedi da foglie secche e sassi, così da avere un appoggio stabile e silenzioso, anche i nostri indumenti dovranno prediligere tessuti quali il velluto, il loden, la lana o comunque che non facciano rumore ogni volta che muoviamo un muscolo. Il cinghiale ha due sensi molto sviluppati, l’udito e l’olfatto, di conseguenza dobbiamo stare attenti a tutti i movimenti ed evitare l’utilizzo di profumi o portare con noi sostanze fortemente odorose, il fumo andrebbe evitato, anche se conosco cacciatori che hanno tirato decine di cinghiali con la sigaretta in bocca o in mano, per questo mi sono fatto una convinzione personale, se siamo a vento favorevole, se non esageriamo con le “puzze”, il cinghiale non ci sentirà mai, mentre se siamo a vento cattivo, possiamo prendere tutti i provvedimenti possibili ma le speranze di tiro sono molto ridotte. Fra le cose da portare nello zaino o nella borsa, oltre alle indispensabili cartucce, metterei un paio di guanti, un berretto di lana o pile, una corda per tirare eventuali cinghiali morti, un coltello, a caccia serve sempre, se non altro per mangiare, una bottiglietta d’acqua e qualcosa per ingannare la fame. Evitiamo i giornali, ogni volta che si girano le pagine si fa più rumore di un tuono, rompere noci e parlare al cellulare, nel caso usiamo la radiotrasmittente per seguire l’evolversi della cacciata, solo con l’auricolare e con il volume al minimo. Indispensabile un cappello che ci riparerà sia dal sole che dalla pioggia e un buon paio di scarponi, può anche capitare di dover fare parecchia strada prima di giungere alla posta assegnata. A questo punto spenderei due parole per il gilet ad alta visibilità, sono orrendi, pienamente d’accordo, ma sicuramente molto utili, anch’io all’inizio ero titubante su quest’indumento, ma mi sono ricreduto, sicuramente la sicurezza viene prima di tutto, e ormai da qualche anno ne tengo uno fisso nello zaino da caccia, che indosso appena arrivo alla posta. La visibilità è veramente incredibile e quando un mio compagno di caccia non lo indossa cerco sempre di fargli notare la fesseria.
Naturalmente stare alla posta non è solo vestiti, profumi, attrezzature, bisogna sempre stare all’erta, cogliere i più piccoli rumori, quando nel silenzio più assoluto sentiamo partire un merlo spaventato, evidentemente qualcosa lo ha allarmato e il più delle volte si tratta di un cinghiale, che scanato sta cercando di allontanarsi silenzioso dalla cacciata, la stessa cosa vale per un rametto che si spezza, spesso si tratta di topi o piccoli uccelli, ma può anche essere il nostro amico setoloso. Quando sentiamo una canizza che si avvicina, non aspettiamo l’ultimo istante per prepararci, generalmente il cinghiale ha un grande vantaggio sui cani che lo inseguono e salta la nostra posta prima ancora che ce ne rendiamo conto. Il mestiere del Postaiolo richiede grande attenzione e pazienza, un buon udito, saper decifrare le voci del bosco, usare tutti gli atteggiamenti preventivi atti a non farci sentire dal cinghiale oltre a un po’ di fattore “C”. Vedrete che chiunque segue queste semplici regole, prima o poi avrà la sua occasione, poi dipenderà dal cacciatore saperla sfruttare.