In quest’ultimo caso, però, l’aumento è stato differenziato, con rialzi che vanno dai 5 ai 34 euro a seconda del distretto venatorio. La polemica tra Ambiti e associazioni venatorie umbre è quindi accesissima. Le stesse associazioni hanno alzato la voce sugli aumenti tariffari che sono stati motivati dai maggiori danni causati dalla fauna selvatica e che sono risarciti dagli ATC. Il risarcimento si basa sulle quote e sul contributo annuo della Regione Umbria.
Nel corso del 2017 i danni alle colture agricole in questo territorio sono stati quantificati economicamente in 700mila euro. I soldi dell’ente locale non sembrano bastare e i cacciatori non riescano più a sopportare di dover colmare la differenza. L’inizio dell’attività venatoria è stato faticoso e tempestoso, questa ulteriore discussione rischia di avvelenare ancora di più il clima.