Caccia al cinghiale in Toscana, rinviata legge su manufatti a supporto dell’attività venatoria, si lavora su approfondimenti e recepimento osservazioni.
Rinviata per “approfondimenti” e per recepire “meritevoli osservazioni” pervenute anche da associazioni agricole e di tutela ambientale. La proposta di legge ”Disposizioni per la realizzazione di manufatti a supporto dell’attività venatoria dei cinghiali”, di iniziativa di alcuni consiglieri regionali del Pd (Ceccarelli, Brogi, Ferrucci, Spinelli, Rossetti, Parrini, Ruggeri, Pellegrinotti, Giani) registra una battuta di arresto.
La votazione prevista nella seduta di oggi delle commissioni regionali Ambiente e Agricoltura riunite in seduta congiunta e presiedute rispettivamente da Vincenzo Ceccarelli (Pd) e Loris Rossetti (Pd), è stata rinviata. Il consigliere Pier Paolo Tognocchi (Pd) ha chiesto al suo presidente di commissione Rossetti di “ritirare la firma dalla proposta di legge”, perchè è “chiaro che si creano privilegi per una categoria che in questo momento ha meno bisogno”. “E’ una forzatura ed e’ sbagliata”, ha spiegato Tognocchi prima di votare contro al rinvio. ”Dobbiamo piuttosto essere chiari e dare risposte concrete a realta’ produttive obbligate ad iter burocratici complessi e molto lunghi” (la media per costruire un manufatto agricolo è di circa 4 anni ha puntualizzato, ndr).
Il presidente della commissione Ambiente Ceccarelli ha respinto al mittente le accuse di una legge ad hoc: “Non è un provvedimento fatto per soddisfare le richieste di una lobby. L’esigenza di risolvere un problema reale e concreto sul territorio ci arriva direttamente dalle amministrazioni locali”. Quanto poi alla “facilita’ di costruzione dei manufatti”, sottolineata da molti consiglieri, Ceccarelli è stato chiaro: “Nulla si fa in deroga ai procedimenti autorizzativi previsti dalla legge urbanistica”.
“Ogni richiesta deve essere presentata al Comune e rientra nelle more di un qualsiasi procedimento di permesso a costruire”. “Fermamente” contraria alla proposta, anche Marta Gazzarri (Idv) che ha insistito sul “delicato momento che stiamo vivendo” e sulla “necessità di riportare ordine nel territorio. Corsie preferenziali non sono ammissibili soprattutto quando si ipotizza il permesso a costruire strutture di 120mq più 30 di veranda”.
D’accordo con il “principio” della legge, si è dichiarato il vicepresidente della commissione Ambiente Andrea Agresti (PdL), che ha individuato una ”contraddizione di fondo”. “Si fa riferimento alla modifica di una legge sul Governo del Territorio che non arriva e siamo già al giro di boa. Tra un po’ scade la legislatura. Bisogna uscire dalla politica degli annunci e dare risposte”.
Il compromesso per Agresti sarebbe quindi quello di un “approfondimento” anche prendendo in considerazione “manufatti esistenti”. “Ho alcune perplessità sul testo come l’individuazione della figura giuridica responsabile nel presidente della squadra che cambia troppo spesso. Esistono però strutture sul territorio che potrebbero essere utilizzate e recuperate”.
La proposta lanciata da Agresti è stata accolta come “punto di mediazione accettabile” dal collega di gruppo Claudio Marignani che però ha dichiarato “il voto personale contrario alla legge”. “Il principio delle deroghe deve valere per tutti”, ha detto ricordando che il “semplice mettere una tenda costa al cittadino normale un iter lungo almeno due anni. La semplificazione e lo snellimento sono questioni da affrontare a tutto tondo, senza trattamenti di favore”.
“Pur non essendo contro la caccia, avverto una disparità di trattamento che non accetto. Sono quindi contrario a questa legge e al suo rinvio”. Così il presidente del gruppo Più Toscana Antonio Gambetta Vianna che ha quindi votato contro, insieme a Tognocchi, al rinvio della proposta. Di “sorprendente discussione” ha invece parlato Giovanni Ardelio Pellegrinotti (Pd).
“Lo spirito della legge è quello di rispondere ad un problema in maniera semplice, veloce e intelligente. Non ci facciamo interpreti di alcuna lobby”. Il consigliere ha quindi sottolineato, come già fatto dal presidente Ceccarelli, che “non si stravolge il mondo. C’è il coinvolgimento dei Comuni chiamati a decidere se e come costruire. Nessuna facilitazione e’ contemplata ne’ per una ne’ per poche categorie”. Favorevole al “rinvio” si è dichiarato Enzo Brogi (Pd), tra i firmatari della proposta. “Le osservazioni emerse nel corso di questo dibattito impongono una riflessione approfondita. Le richieste dei cacciatori sono legittime poiché vivono difficoltà oggettive”. “E’ tuttavia necessario non dare l’impressione che si stia lavorando per pochi”.
”La tempistica e le modalità possono aver tratto in inganno”, ha chiarito il presidente Rossetti. “Abbiamo lavorato velocemente a questo testo per rispondere ad una esigenza reale che tuttavia non è avulsa dal rispetto dell’ambiente e di altre categorie. Approfondiamo tutti gli aspetti necessari ma nessuno lavora per lobby”.
La proposta di legge ha come obiettivo quello di “consentire la realizzazione di appositi manufatti e il riutilizzo di annessi agricoli non più utilizzati”. Strutture a supporto alle squadre di cacciatori che “consentano lo svolgimento delle diverse attività collegate al prelievo venatorio”. Il testo intende disciplinare le “procedure per il rilascio del titolo abitativo, le modalità di utilizzo, i divieti di localizzazione ed il vincolo di destinazione”. In tutti i casi, è chiaramente scritto in legge, i Comuni possono “limitare o vietare le realizzazioni e vincolare la tipologia di materiale per la loro costruzione”.
31 ottobre 2012
Fonte: MNews