Fra qualche giorno anche in Sardegna verrà inaugurata la caccia al cinghiale. Fra i nuovi obblighi del cacciatore l’utilizzo del gilet ad alta visibilità. La norma fortemente richiesta dalla nostra Associazione Venatoria Caccia Passione ha l’unico scopo di incrementare esponenzialmente la sicurezza e il divertimento degli amanti della caccia.
Mancano davvero pochi giorni all’apertura della caccia al cinghiale in Sardegna. Manco a dirlo l’avvenimento è atteso come si fa per una festa, e i cacciatori isolani sono tutto un fermento di preparativi e organizzazione. La secolare sfida fra uomo e cinghiale avrà inizio il 7 di novembre e potrà essere ripetuta il 14, il 21, il 28 novembre, il 5, 8, 12, 19 e 26 dicembre 2, 6, 9, 16, 23 e 30 gennaio. E’ quanto previsto dal calendario venatorio 2010/2011 approvato dalla Regione Autonoma Sardegna.
Il cinghiale potrà essere cacciato con il sistema della tradizionale battuta o con l’uso della munizione a palla unica, a preferenza del cacciatore.
Fra i limiti imposti da tenere particolarmente d’occhio quello dei capi che è consentito abbattere durante una singola giornata di caccia al cinghiale: ogni 5 fucili potranno essere abbattuti non più di 3 cinghiali, senza superare mai il limite massimo di 15 cinghiali per campagna, qualsiasi sia il numero di cacciatori che partecipano alla battuta. Se per errore fortuito fossero superati i limiti stabiliti, i capi in avanzo dovranno essere devoluti in beneficienza.
L’articolo 10 del calendario venatorio pubblicato dalla Regione Sardegna, norma inoltre l’esportazione fuori dal territorio isolano dei cinghiali cacciati: in generale l’esportazione de sus scrofa meridionalis, il cinghiale nostrano per dirla facile, è vietata. Potranno però aggirare il divieto i cacciatori muniti di regolare porto d’arma per uso caccia e in possesso dell’autorizzazione regionale prevista, che si recano fuori dal territorio sardo. Questi dovranno ovviamente per il trasporto dell’intero cinghiale, delle sue parti, o di eventuali trofei, osservare le disposizioni sanitarie emanate dalle autorità competenti.
Fra gli obblighi che preme maggiormente sottolineare è quello indicato nell’art. 13 del calendario venatorio sardo. Dopo le insistenti e costanti richieste di Marco Efisio Pisanu (Presidente Regionale Sardegna CPA Sport), e di numerose associazioni venatorie, prima fra tutte l’Associazione Caccia Passione, finalmente anche per la Sardegna è fatto esplicito obbligo dell’utilizzo del gilet ad alta visibilità durante l’esercizio della caccia grossa organizzata con il sistema della battuta, sia per i battitori che per i cacciatori più in generale.
Sull’argomento siamo tornati più di una volta, consapevoli di quanto sia importante la sicurezza durante la caccia, che da passione e divertimento si potrebbe trasformare in esperienza drammatica. Più volte si è posto l’accento su incidenti mortali che si sarebbero potuti evitare indossando il gilet arancione. A limitarne l’uso l’errata convinzione che l’indumento renda il cacciatore più visibile soprattutto al cinghiale limitando il successo della battuta.
Una corretta educazione venatoria ancora in corso sta diffondendo la cultura del gilet ad alta visibilità che rende facilmente visibile il cacciatore da parte degli altri cacciatori, ma non da parte dell’intelligentissimo cinghiale che non riesce a percepire il colore anche se particolarmente sgargiante.
Il gilet ad alta visibilità è acquistabile presso i numerosi negozi specializzati o per i cacciatori internauti direttamente online. Il costo oscilla fra le 5 e le 40€ a seconda della qualità e resistenza dei materiali che si scelgono. In ogni caso divertirsi senza pericoli non ha davvero prezzo.