“L’assessore alla caccia della Regione Liguria, Alessandro Piana, ha annunciato che ‘la caccia al cinghiale svolta dalle squadre (ovvero la braccata) può proseguire per tutto il mese di gennaio’ e la Cia (Confederazione Italiana Agricoltori) ha dichiarato come questa decisione sia ‘assolutamente necessaria’, pur affermando come risulti evidente che ‘occorrono altri interventi da affiancare all’attività venatoria’. In questa situazione meteorologica il vice presidente Piana avrebbe dovuto ricordare, prima di tutto, che la Legge 157/92 impone il ‘divieto di caccia su terreni coperti di neve, in tutto o nella maggior parte’ e i motivi sono evidenti: gli animali selvatici in questa situazione sono estremamente deboli e provati”.
Lo ricorda il portavoce della Federazione dei Verdi della provincia di Savona Gabriello Castellazzi. “In relazione alla presa di posizione della Cia, proprio in difesa del mondo agricolo, è necessario ribadire che bisogna avere rispetto per i dati scientifici. Secondo i Verdi “è veramente incomprensibile vedere ancora ignorati dei risultati scientifici così chiari, che emergono da studi ormai accreditati presso diverse Università: il professor Andrea Mazzatenta dell’Università di Chieti, il professor Carlo Consiglio, docente di zoologia presso l’Università La Sapienza, che già nel 2014 sulla base di letteratura scientifica mondiale, affermava: ‘la caccia disgrega i gruppi consolidati e contribuisce ad aumentare la fertilità della specie venendo meno il meccanismo della simultaneità dell’estro delle femmine’.
Il professor Luigi Boitani, docente di ecologia animale, la professoressa Sabrina Servanty, che insieme ad un gruppo di biologi ha seguito per 22 anni la moltiplicazione dei cinghiali nel Dipartimento Haute Marne in Francia, il Biologo ungherese Vilmos Sanji, il dottor Silvano Toso ex direttore di Ispra, il professor Josef Reicholf. Per tutti questi studiosi, molto preparati sul problema, la ‘pressione venatoria’ aumenta la fertilità della specie”. “Ricordiamo inoltre che in autunno-inverno l’impatto delle ‘braccate’ incide in modo fortemente negativo anche sulle attività turistiche (trekking, bikers, ecc), la raccolta di funghi e castagne. E’ molto pericoloso avvicinarsi alle zone boscate nei giorni di domenica e mercoledì (caccia al cinghiale dal 4 ottobre 2020 al 31 gennaio 2021). Sono quindi urgenti vere azioni concrete in sintonia con i risultati della ricerca scientifica” (Ivg.it).