“Consentito il prelievo della specie cinghiale in attuazione ai piani di gestione anche al di fuori del proprio comune di residenza e comunque nel proprio ambito di appartenenza, esclusivamente da parte dei selecontrollori autorizzati, secondo le modalità di appostamento e girata”. È uno dei passaggi della lettera di risposta che il Prefetto di Potenza Vardè ha inviato all’assessore regionale alle Politiche agricole e forestali, Francesco Fanelli il quale, subito dopo l’entrata della Basilicata in zona arancione, aveva scritto alle autorità prefettizie dei due capoluoghi di regione per avere delucidazioni se era consentito lo spostamento dei cacciatori dal proprio comune di residenza per effettuare l’esercizio venatorio su tutto il territorio regionale.
Il prefetto nel richiamare la faq “che nelle aree arancioni è possibile praticare l’attività venatoria solo nell’ambito del proprio comune”, chiarisce che “in merito alla specie cinghiale, che costituisce una vera e propria emergenza, per i risvolti negativi sul sistema produttivo agricolo, sulla sicurezza della circolazione stradale nonchè per l’incolumità dei cittadini”, è stato ritenuto che “l’attività finalizzata all’attuazione dei Piani di contenimento dei cinghiali possa configurare una delle circostanze derogatorie al generale divieto per le persone fisiche di spostarsi dal comune dove si trovano, sempre nel rispetto delle misure di prevenzione del contagio da Covid 19 e rispettando il distanziamento interpersonale e il divieto di assembramento”. “Una risposta positiva – ha commentato l’assessore Fanelli – che consentirà di proseguire il prelievo della specie finalizzata al raggiungimento del numero dei capi previsti dai piani di gestione”.