La vera novità è il coinvolgimento degli stessi agricoltori nell’attività di cattura da svolgere. Trappole o gabbie, in collaborazione con i Guardaparco e con mezzi a disposizione. Richiesta specifica alla Coldiretti con il ricavato che andrà a compensare le spese del mancato guadagno degli agricoltori. Dalle parole dell’Assessore regionale, si comprende bene come le carni potranno essere destinate alla cessione diretta o all’allevamento. Mentre, gli agricoltori che collaborano al progetto, non possono commercializzarla. Poiché l Coldiretti è soddisfatta di tutto questo, mi chiedo se lo siano anche tutti gli agricoltori della Regione. Sempre sulla stessa rivista in data 3 Giugno corrente anno, l’animalista Margherita d’Amico dalla pagine di Repubblica critica la caccia. Esponendosi contro il piano triennale per la riduzione della specie.
Visto che la stessa Regione, concordemente con Federparchi, Legambiente Lazio e Coldiretti, si apprestano a vararlo per un spesa complessiva di € 300.000 €. Tra le diverse azioni anche la caccia di selezione. Non può quindi trovare ancora maggior forza ed interesse la nostra proposta di modificare la Legge regionale N° 17. Che prevede la caccia aperta a tutte le squadre che durante la stagione venatoria non abbiano raggiunto le 41-43 giornate di caccia. Con possibilità a partire dal mese di Febbraio di cacciare anche il Sabato e la Domenica fino al raggiungimento delle giornate. Solo così si avrebbe un vero e proprio fenomeno di contenimento, verrebbero ridotti i danni agli agricoltori oltre a minori incidenti stradali. Ma, soprattutto, meno polemiche e fatti più costruttivi”.