La Legge Obiettivo sul contenimento degli ungulati è una novità piuttosto recente per quel che riguarda la Toscana, dunque sono più che comprensibili le richieste di chiarimenti e spiegazioni. In particolare la Confederazione Cacciatori Toscani, Federcaccia, ArciCaccia e AnuuMigratoristi di Massa Carrara si sono rivolti a Marco Remaschi, assessore regionale all’Agricoltura, per avanzare delle osservazioni in merito alla cartografia delle aree scelte per la caccia al cinghiale.
Le associazioni hanno esaminato con attenzione le zone della provincia toscana e hanno deciso di chiedere delle modifiche per una gestione del territorio migliore e più puntuale. Secondo tutti questi enti la cartografia toscana si discosta in maniera notevole dalla definizione delle aree che sono vocate per la caccia al cinghiale della provincia di Massa Carrara, almeno come sono indicate all’interno del piano faunistico-venatorio di riferimento.
La proposta regionale è caratterizzata da aree non vocate in cui negli ultimi anni sono stati abbattuti molti capi da parte delle squadre di caccia al cinghiale: in particolare, le associazioni venatorie hanno citato le zone boscate in cui il contenimento della specie è stato un grande impegno in passato. Il minor numero di aree non coincide con gli obiettivi dichiarati dalla legge, dunque si rischia di ottenere risultati addirittura contrari alle azioni di contenimento. Secondo la Regione, le zone non vocate dovrebbero essere, tra le altre, le zone di ripopolamento e cattura, quello di rispetto venatorio, le aree coltivate danneggiate, quelle coltivate e potenzialmente danneggiabili e le frazioni boscate e cespugliate.