La braccata o cacciarella è una tecnica di caccia al cinghiale, la quale consiste in quell’azione combinata di uomini e cani che portano allo scovo del cinghiale ed al suo successivo abbattimento.
La differenza tra braccata o cacciarella riguarda solo il numero dei partecipanti: maggiore nella prima rispetto alla seconda. Alcune ore prima della braccata, tre o quattro componenti esperti della squadra di cacciatori, i cosiddetti “traccini”, vanno a delimitare la zona interessata della braccata mettendosi sulle fresche lasciate dal cinghiale.
Questa operazione necessita di essere effettuata dopo un periodo di pioggia, poiché le tracce da seguire risultano più evidenti; nel caso in cui la terra non sia bagnata, ma secca, i traccini seguono la pista attraverso l’ausilio di un cane al guinzaglio, il quale grazie alle sue doti olfattive, riesce a circoscrivere la zona dove si è “allistrato” il cinghiale.
Nel momento in cui la squadra si è radunata ed è al completo, i capocaccia stabiliscono gli appostamenti ed i luoghi dove sciogliere i cani. Le posizioni in cui verranno dislocati i componenti della squadra, dette “poste“, distano tra loro 25-28 metri l’una dall’altra, in modo da rendere ogni persona visibile e formando un semicerchio. La distanza può variare sensibilmente in positivo o negativo anche e soprattutto in relazione alla visibilità del terreno. E’ fondamentale che ogni uomo assegnato ad una posta conosca esattamente la posizione dei suoi compagni: la visuale di tiro è di fronte o alle spalle della linea di posta in modo di mantenere la massima sicurezza per tutti. L’assegnazione delle poste deve essere imparziale usando della accortezze: ad esempio mettere un novellino vicino a delle poste esperte che potranno guidarlo e aiutarlo.
Il capocaccia, da parte sua, deve conoscere il numero di poste che servono per chiudere tutta la zona; in caso fossero insufficienti è preferibile stingere il perimetro di battuta piuttosto che lasciare lunghi tratti scoperti.
Dalla parte opposta vengono disposti i canai o canettieri e dall’altra i braccali o battitori, al fine di delimitare una vasta zona.
I Battitori non sono usati da tutte la squadre ma spesso da quelle composte da molte persone (più di 40). Sono spesso canai che quel giorno non devono sciogliere i cani. Il loro compito è quello di chiudere i punti dove non sono previste poste e indirizzare i cinghiali verso quest’ultime, lo fanno urlando e sparando colpi a salve. Si possono spostare sul territorio dove ce ne è più bisogno a seconda dallo svolgimento della battuta. Un altro loro compito è che nel caso il cinghiale riuscisse a superare la linea dei battitori questi devo recuperare i cani e non farli passare per non farli andare fuori cacciata.
Per quanto riguarda i canai, si tratta di persone con una grande esperienza e dimestichezza con la macchia, grandi appassionati per la caccia e sono ovviamente i proprietari dei cani ai quali dedicano molto tempo non solo durante il periodo della caccia, ma durante tutto l’anno per l’addestramento, la cura e il mantenimento. Devono conoscere molto bene il territorio in cui si svolge la battuta. Per i canai la cosa fondamentale è trovare l’animale e spronarlo a fuggire verso le poste. Il canaio deve scovare l’animale e indirizzarlo alle poste senza cercare in tutti i modi di sparargli a fermo o intercettarlo nella corsa, poiché si correrebbe il rischio di deviarne la corsa e farlo uscire dalla battuta.
Quando tutti hanno preso posizioni e sono pronti, il capocaccia suona il corno cui risponde il suono del corno del canaio o canettiere. La battuta o braccata può iniziare.
I canettieri liberano i cani e li spronano ad individuare la preda; in seguito, i canettieri si spingono verso le poste. Quando il cane riesce a fiutare il passaggio del cinghiale o “passata”, abbaia fino a che non giunge alla listra. Scovato il cinghiale, il capomuta abbaia a fermo: C’è da sottolineare che i cani abbaiano in canizza quando seguono l’animale; abbaiano a fermo quando l’animale rimane nella propria listra, oppure quando si ferma durante la battuta; in quest’ultimo caso, capita spesso, il cinghiale attacca i cani. Se i cani abbaiano in canizza, questo segnale è da interpretare come un tentativo da parte del selvatico di fuggire, andando o in direzione delle le poste, oppure verso i “braccali” i quali hanno il compito di spaventare l’animale con rumori assordanti al fine di spingerlo verso le “poste”. nel primo caso è più facile che venga abbattuto, rispetto al secondo.
Alcune volte i cinghiali più anziani sono talmente scaltri che invece di dirigersi verso le poste, dove regna il silenzio, si scagliano contro e rompono l’accerchiamento dei cani, dei canai e dei braccali, come se fossero consapevoli che dalla parte opposta li aspetta una trappola.
Se un cacciatore delle “poste” lo “padella”, l’animale esce dall’ accerchiamento ed i cani, in rapida corsa, lo inseguono fino a che ce la fanno. A questo punto i battitori rimangono in religioso silenzio, in attesa che i cani riescano a riportare il cinghiale dentro la battuta o semicerchio. Quando un cinghiale viene “padellato” ossia quando vengono sparati una serie di colpi che non centrano il bersaglio, la cacciata perde di mordente e tutti restano fermi ai propri posti in attesa del rientro dei cani.
In ogni caso, per evitare di sparare colpi a vuoto, è consigliabile aspettare sempre uno o due secondi in più prima di far fuoco; se il cinghiale viene “padellato”, è molto probabile che riesca a fuggire, poiché ha molta più resistenza dei cani nella corsa.
A termine della battuta, il capocaccia suona il corno che è il segnale di fine caccia. Se si è sprovvisti del corno, si può soffia potentemente ed in modo particolare dentro le canne del fucile sino a ricavarne una specie di suono lungo ed armonioso.
Se il cinghiale viene abbattuto, questo è diviso tra tutti i partecipanti alla battuta in modo che ognuno possa trarre soddisfazione dalla giornata di caccia.
Anni fa, c’era la tradizione in alcune parti d’Italia che la parte più pregiata, il coscio, veniva assegnata a colui che aveva abbattuto il cinghiale, mentre la testa ai traccini o ai canai ed il resto era diviso in parti uguali fra i cacciatori.
I testicoli, considerati un boccone prelibato, venivano assegnati a colui che riusciva ad arrivare per primo sulla preda, il quale generalmente era chi aveva messo a segno il colpo.
La tecnica di caccia al cinghiale della braccata o cacciarella è molto divertente per ogni componente della squadra, ma richiede esperienza e serietà per un buon esito della battuta.
Molti consigliano a tutti i partecipanti di indossare giacche con colori molti vistosi per essere facilmente individuabili.
Buon divertimento!!