Paolo Rossi, direttore della sezione provinciale di Grosseto della Confagricoltura, ha cercato di spiegare le proprie dichiarazioni sulla gestione degli ungulati in questa parte della Toscana. Rossi non considera la Legge Obiettivo la soluzione a tutti i problemi, ma pur sempre un passo in avanti. Non è semplice capire, sempre secondo Confagricoltura Grosseto, i motivi per cui non sia cambiato nulla nonostante l’entrata in vigore e l’assegnazione agli Ambiti Territoriali di Caccia del compito di formare i regolamenti attuativi.
Le prenotazioni sono state 829, mentre sono stati abbattuti 167 cinghiali. Rossi ha ricordato come la caccia di selezione sia praticata mediante una preventiva prenotazione telefonica: questa scelta blocca l’uso della zona attribuita, per una dimensione complessiva di 16 ettari. Il direttore provinciale si è detto sicuro che quest’anno non cambierà nulla nella gestione degli ungulati, soprattutto a causa del limite imposto alla stessa caccia di selezione.
Si tratta della fascia di rispetto (400 metri) relativa ai confini delle zone vocate al cinghiale: l’attività venatoria può essere esercitata soltanto dagli iscritti a una determinata zona, con zone protette da una sorta di “prelazione venatoria” che non consente di risolvere l’emergenza rappresentata dai cinghiali, la quale ha origini molto antiche.