Renzo Settembrini, numero uno dell’Arci Caccia provinciale di Grosseto, ha deciso di replicare alle dichiarazioni della Federcaccia in merito alla caccia al cinghiale. Ecco cosa ha detto il presidente: “Da Presidente Provinciale Arci caccia di Grosseto, mi vedo costretto a rispondere e a rettificare alcune tue dichiarazioni non corrispondenti alla posizione della mia associazione. Pur essendo consapevoli che il cinghiale ha necessità di interventi mirati per risolvere il problema che crea agli agricoltori, noi difenderemo sempre a spada tratta la braccata, e ti invito personalmente, se ti fossero sfuggiti, a prendere visione sul sito Arci Caccia di due documenti da noi scritti e pubblicati molto prima delle tue attuali dichiarazioni.
Certo, immaginiamo che le nostre posizioni e le nostre iniziative abbiano dato fastidio ad un’associazione che, ormai, si è trasformata da sindacato in società di servizi, a pagamento, per i cacciatori, ma dovrete farvene una ragione. Infatti, noi continueremo a difendere tutte le forme di caccia e a vigilare che, l’interesse dei praticanti l’attività venatoria sia sempre al centro delle attività degli ATC. Questo sia che si parli di cinghiali che di fagiani, la cui presenza sul territorio si deve anche all’apporto dei nostri volontari in ZRC e ZRV, cacciatori che fanno anche altro, oltre abbattere cinghiali in controllo.
Per quanto riguarda l’ATC Grosseto Sud, è vero solo in parte ciò che hai dichiarato, in quanto, anche se sono state fatte cose buone, quelle sbagliate e le questioni irrisolte, sono di sicuro in numero soverchiante. Dici poi che Federcaccia nell’ATC 7 si sente isolata… Beh, non è una novità, basta un’occhiata ai verbali per rendersi conto che, fin dall’insediamento, il Presidente è stato messo in minoranza otto volte su dieci. Detto questo, concludo augurandomi di poter chiudere la diatriba, interrompendo uno “spettacolo” che contribuisce solo a far sì che la nostra categoria venga ancora più tartassata”.
Qualcosa non mi torna, ma se lei scrive “noi difenderemo sempre a spada tratta la braccata” e poi volete favorire la caccia di selezione dando le aree non vocate ai cacciatori di selezione è un controsenso, soffocando ancora di più le “squadre di caccia” che pagano fior fior di quattrini. Una domanda mi sorge spontanea, ma non è che qualcuno dei suoi “discepoli” le sta facendo le scarpe concordandosi con altre associazioni per avere la maggioranza dei voti?