Caccia al cinghiale in provincia di Genova e il monitoraggio del cinghiale sono un\’attività molto importante poichè si stima che ci siano fra i 10 e i 15.000 cinghiali. Questo grosso ungulato, che può arrivare a 80 chili di peso e vive in branchi, è causa di gravi danni a quel poco di agricoltura che ancora rimane sul territorio, poiché entra negli orti e mangia tutto ciò che trova, scavando anche col muso alla ricerca di radici. Questo accade sempre più di frequente, perché il cibo preferito dai cinghiali, la castagna, che si trova nei boschi e quindi lontano da orti e case, ha subito negli ultimi anni una drammatica riduzione a causa di un parassita del castagno, il cinipide: le bestie affamate sono quindi costrette a uscire dai boschi e andare alla ricerca di cibo dove lo trovano, negli orti e vicino alle case. Ecco perché si registra sempre più frequentemente la presenza di cinghiali nelle aree urbanizzate e costiere, dove sono più numerosi gli orti. Gli avvistamenti sono sempre più numerosi, le richieste di danni da parte degli agricoltori anche e si moltiplicano anche gli incidenti stradali di auto e moto che investono i cinghiali sulle strade. Per contrastare la presenza dei cinghiali, nei quattro mesi che vanno dall\’inizio di ottobre alla fine di gennaio è aperta la caccia a questi ungulati, che si può fare due giorni la settimana, ed è regolamentata dalla Regione Liguria e dalla Provincia di Genova: nell\’ultima stagione venatoria, a cavallo fra la fine del 2013 e l\’inizio di quest\’anno, è stato fissato un contingente di 10.500 cinghiali abbattibili. Tuttavia, a fine stagione il numero di bestie uccise ha superato di poco le 5.000 unità, a causa di numerose giornate di maltempo e delle 6 giornate di stop alla caccia decretate dal Tar in seguito ai ricorsi fatti da associazioni animaliste. Propedeutico all\’attività venatoria è il monitoraggio dei cinghiali, una sorta di censimento di questi animali che la Provincia fa in ben 90 siti del proprio territorio, in collaborazione con i due Ambiti Territoriali di caccia, quello di Ponente e quello di Levante, con la Commissione paritetica agricoltori-cacciatori Roccabruna e con le squadre di caccia al cinghiale. Per fare il monitoraggio si fa una settimana di pasturazione, ovvero vengono lasciate moderate quantità di mangime nei luoghi che si sa essere frequentati dai cinghiali, purché lontani da case e coltivi. Poi si aspetta che arrivino le bestie. SILVIO BORRELLI – Provincia di Genova, sevizio caccia e pesca Un contributo insostituibile alla riuscita del monitoraggio viene dalle squadre di caccia al cinghiale ALDO ROSSI – Volontario Le squadre di cacciatori svolgono un ruolo prezioso anche per la difesa e la manutenzione del territorio
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