Dopo due giorni di levatacce e attese decidiamo di provare un appostamento diverso, che non ha mai deluso le aspettative, ma che avevamo scartato a causa del lungo e accidentato percorso necessario per raggiungerlo. “Vi ci porto io con il mio inarrestabile fuoristrada!” si offre Franco, nostro amico cacciatore nonché capodistretto nel territorio dove caccia Vincenzo, “Io ho l’appostamento nel terreno attiguo, domani si va insieme allora!“.
Fin dal primo pomeriggio ci vediamo a casa di Franco per consultare la cartina e pianificare il percorso che faremo in fuoristrada, in modo da avvisare i proprietari dei terreni che attraverseremo. Apriamo e richiudiamo cancelli, staccionate, reti e attraversiamo vari campi fino a raggiungere l’appostamento che in condizioni di “salute” richiede una mezz’ora di passeggiata a passo svelto. “Mai dare nulla per scontato” penso tra me e me mentre ballonzolo nel retro del fuoristrada “A volte non ci rendiamo conto di quanto siamo fortunati anche solo nel fare un giro a piedi nel bosco!“.
Il sole è ancora alto nel cielo quando Franco ci saluta e si avvia verso il suo appostamento..
Io e Vincenzo ci sistemiamo al meglio, in prossimità di grosse balle di fieno, apriamo il treppiedi e lo collochiamo in una posizione che possa servire più angolazioni possibili. Sparare da sdraiati con la carabina sullo zaino è sicuramente la posizione più comoda e stabile, ma in questa stagione con l’erba alta un po’ ovunque non è sempre possibile. E poi le flessioni del terreno fanno si che la visuale migliore sia da in piedi…purtroppo! Io faccio fatica a star in piedi dovendo caricare tutto il peso sulla gamba sana, e ho la tentazione di sedermi spesso, per poi rialzarmi strisciando dietro la balla di fieno per non dare nell’occhio.
Il sole compie impercettibile il suo arco sulle nostre teste, fino a lambire le cime degli alberi nel bosco davanti a noi. Le pennellate gialle e verdi che la luce spande sui campi si ritirano lasciando spazio alla penombra che avanza. È l’ora buona. “Guarda guardaaa!!” urlo senza voce a Vincenzo che sta sbinocolando. Non riesco ad attirare la sua attenzione, sono acquattata nell’erba, come un piccolo di capriolo, resa alla stanchezza della gamba buona. Un cinghiale sta avanzando di corsa in diagonale verso di noi. Ha un’andatura decisamente orientata alla fuga, quasi come avesse dietro una canizza. Vincenzo lo intercetta e riesce perfino a fotografarlo. All’improvviso, senza nemmeno alzare il grifo da terra, inspiegabilmente si gira su se stesso e prosegue la sua corsa nella direzione opposta. Forse ci ha avventati? Chissà! “Ma dove andava così di corsa?” sussurra Vincenzo. Mistero ….
Dopo pochi minuti la nostra attenzione è attratta da una capriola che spunta tra i cardi alla nostra sinistra: si muove circospetta, brucando e camminando con piccole pause, ma con un passo decisamente sostenuto. Dopo pochi metri comincia a correre e con due lunghi balzi scompare anch’essa nel bosco.
Vincenzo si gira verso di me, mi guarda con aria tra il sospetto e il rimprovero “Avrai mica messo su il tuo Chanel?!!!” mi chiede. Non gli rispondo nemmeno, offesa dall’insinuazione. So perfettamente che non lo pensa neanche lui, ma, in effetti, il comportamento dei due selvatici intorno a noi sembra proprio denunciare che abbiano “sentito” qualcosa di strano!
Mentre ci interroghiamo ognuno nella sua testa quanto sta accadendo stasera, uno sparo interrompe il flusso dei pensieri e annuncia che dalle parti di Franco le cose sono andate diversamente. Il suo sms conferma le nostre deduzioni. Continuiamo a sbinocolare in giro, con la speranza sempre più flebile, che un maschio giovane si affacci sul nostro appostamento, ma il binocolo intercetta un’altra presenza: uno splendido esemplare di lupo si palesa ai nostri occhi. Un maschio, di grossa taglia, avanza sui passi della capriola, svelandoci con la sua maestosa presenza i misteri che ci arrovellavano la mente. Non avevamo mai visto così da vicino un lupo, restiamo ipnotizzati tra l’ammirazione e la soggezione che quest’animale suscita.
Mentre Franco si presta riluttante alla foto di rito col suo maschio adulto, ci complimentiamo con lui e riflettiamo, tra l’ilare e il pensieroso, che quest’anno ci toccherà condividere la zona di caccia con un altro “cacciatore”, privo di fascette, incurante delle classi di sesso ed età, e libero di scorrazzare notte e giorno in cerca di caprioli.