La caccia di selezione a giugno offre la possibilità di godere del mese più bello dell’anno da un punto di osservazione privilegiato. La natura è nel pieno del suo splendore, i campi sono sapientemente lavorati dai contadini, il bosco offre una frescura verdeggiante. Unico aspetto un po’ “scomodo” è che le poche ore che separano gli infuocati tramonti dalle tiepide albe di giugno offrono al cacciatore ben poche ore di ristoro e se non si ha la possibilità di schiacciare un pisolino nel corso della giornata, la stanchezza può diventare veramente invalidante.
Nella pianificazione delle ferie estive col mio compagno Vincenzo non potevamo non ritagliarci una bella settimana a metà giugno da dedicare alla caccia di selezione al capriolo. Le mie colleghe resteranno deluse dal vedermi rientrare dalla Maremma senza nemmeno l’ombra dell’abbronzatura che si aspettano, ma questa settimana sarà tutta dedicata alla caccia, usciremo col buio e a buio rientreremo, sfruttando le ore di sole per riprenderci dalle levatacce e per pianificare le strategie delle uscite successive.
Quest’anno a Vincenzo è stato assegnato un maschio giovane. “Se dovessimo trovare solo il 10% dei maschi che abbiamo visto a marzo quando cercavamo la femmina, potremmo completare il piano fin dalla prima uscita” mi dice sornione Vincenzo mentre guida verso Manciano. “Mi spiace solo che per te sarà faticoso raggiungere l’appostamento con quei bastoni“. In effetti, lo penso anch’io, sarà faticoso camminare nella macchia “a bordo” delle stampelle che devo usare da quando a seguito di un piccolo incidente in montagna mi è stato vietato di camminare sulla caviglia infortunata. Ce la metterò tutta, non voglio essere un peso e ho troppa voglia di accompagnare Vincenzo all’appostamento. Le prime uscite sono però state un disastro. A parte la fatica di avanzare nell’erba alta che si aggroviglia sulle stampelle, e le braccia che diventano molli man mano che procedo arrancando, il vero problema è che dei maschi che eravamo certi di incontrare neanche l’ombra!