L’ACMA – settoriale della Federcaccia che raccoglie i cacciatori di migratori acquatici – ha diffuso il dispositivo dirigenziale riguardante le modalità di utilizzo dei richiami vivi su tutto il territorio nazionale. Le modalità restano pressoché identiche a quanto finora in essere, ossia prevedono l’obbligo della tracciabilità dei richiami. In base a quanto si legge nel decreto del Ministero della Salute, su tutto il territorio nazionale deve essere applicato il protocollo opertivo allegato al dispositivo per l’utilizzo di uccelli da richiamo che appartengono agli ordini degli Anseriformi e Caradriformi nell’attività venatoria.
Il Ministero stesso, sentito il Centro di Referenza Nazionale per l’influenza aviaria presso l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, può modificare e/o integrare il dispositivo ai sensi della Decisione di Esecuzione (Unione Europea) del 2018 sulla base dell’evoluzione della situazione epidemiologica della patologia. Già da tempo sono state riesaminate e adeguate alla situazione attuale le misure di una precedente decisione.
In particolare, nel 2016 l’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) aveva affermato come la rigorosa applicazione delle misure di biosicurezza e di riduzione del rischio rappresentassero il mezzo più efficace per prevenire la trasmissione dei virus ad alta patogenicità (sia il sottotipo H5 che quello H7), direttamente o indirettamente dai volatili selvatici ad aziende che detengono pollame e volatili in cattività.