Caccia nelle valli di Comacchio: Le imbarcazioni tipiche per cacciare in Italia gli anatidi nelle valli di Comacchio.
Di recente abbiamo parlato della caccia nelle valli di Comacchio, delle tecniche e delle differenze. Le uniche costati sono l’acqua e le imbarcazioni, che veloci come quelle usate per la caccia a Comacchio non ne esistono altrove. Le strutture devono essere non solo agili, per scivolare in ambienti lagunari in alcuni casi angusti, ma anche leggerissime e velocissime. L’abbiamo detto, prima ancora che albeggi i cacciatori appassionati a questo genere di caccia fanno letteralmente a gara per accaparrarsi la location migliore del giorno: un’imbarcazione velocissima fa sempre comodo. Infine, elemento non meno rilevante, le imbarcazioni devono essere stabilissime, meglio ancora se comode. Scopriamole insieme.
Tanto per cominciare parliamo del vulicèpi, in italiano velocipio. Senza ombra di dubbio si tratta di un missile che saetta lungo le lagune e le valli, in grado di percorrere un chilometro in soli 4 minuti, a patto che lo si sappia condurre, questo è ovvio. Portare il velocipio d’altronde non è una cosa da tutti: la vogata è impegnativa e la tecnica è parecchio antica. Si tratta dello stile alla vallesana, che vede due rematori in piedi sul battello che lo spingono facendo forza su remi incrociati. Oggi usato dai cacciatori, un tempo il velocipio lo usavano anche i pescatori di frodo e dai guardiani vallivi. Insomma si tratta della fuori serie delle lagune. Un esemplare di battello di questo genere non poteva non essere usato anche durante le regate sportive che normalmente si svolgono sul canale navigabile che collega Ferrara con il mare.
Oggi purtroppo questo esemplare d’imbarcazione a cinque stelle è possibile utilizzarlo solo durante la giornata di apertura della caccia. A trovarselo difronte il velocipio è lungo circa otto metri, e la sua larghezza non supera i 50 centimetri. Al massimo al suo interno possono essere ospitate tre persone e per evitare che la chiglia sfiori il fondale, in alcuni punti davvero basso, il fondo dell’imbarcazione è caratteristicamente piatto. Questo fattore è da non sottovalutare dato che richiede a chi vi sale, grandissimo equilibrio.
Per raggiungere i dossi si usa anche il velocipino (localmente detto el vulicipièn). Simile al fratello maggiore, il velocipino può essere usato durante tutta la stagione venatoria e come il nome fa giustamente immaginare, le sue dimensioni sono leggermente ridotte: è lungo circa cinque metri e mezzo e largo non più di 46 centimetri: per questo al massimo può ospitare un solo rematore. Anche il velocipino è dotato di una chiglia piatta, per meglio muoversi lungo i fondali bassi.
La batanina (le betenine in dialetto) è l’imbarcazione che annuncia la tramontana: quando le acque nelle valli si fanno più fredde il livello aumenta e il velocipino viene abbandonato. La batanina è preferibile visto che è leggermente più grande, ma soprattutto più sicura; è usata principalmente per la pesca alle anguille che risiedono nelle valli di Comacchio fino al tredicesimo anno di vita e dunque fino al raggiungimento della maturità sessuale.
Chiudiamo la nostra panoramica con il mamalucco, conosciuto in loco come el memeluch: si tratta ancora una volta di una favolosa imbarcazione da caccia che consente a chi lo sa condurre di raggiungere praticamente ogni luogo della valle. A rendere tanto speciale il mamalucco, lungo fino a cinque metri e mezzo e largo non più di 80 centimetri, è il fatto che l’imbarcazione può essere nascosta sott’acqua e con estrema semplicità riportata a galla.
Manco a dirlo, la manutenzione di questo gioiellino ne decreta l’efficacia durante la caccia: va verniciata e coperta di resine in tutta la superfice, ma specie nei punti in cui è maggiormente usurata. Solo le impugnature dei remi ed il paradello non verranno pitturati, per evitare diventino troppo scivolosi. E lo scopo è proprio quello: di vedere il mamalucco scivolare silenzioso sull’acqua. Naturalmente portare l’imbarcazione è attività non da tutti e particolarmente pesante, ma il contatto con la natura è assolutamente coinvolgente visto il silenzio surreale che si può ascoltare. Solo le grida di un gabbiano, i baci di un beccaccino, il lamento di un chiurlo o di una pettegola possono interrompere l’idillio, incrementandolo in intensità.
Insomma imbarcazioni antiche che regalano ancora oggi forti emozioni che chiunque dovrebbe provare almeno una volta!
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