Purtroppo è stato accertato l’aumento delle zone a rischio per quel che riguarda la diffusione dell’influenza aviaria rispetto a quanto era noto lo scorso 30 marzo, momento in cui ci fu l’identicazione delle aree infette. Alcune regioni italiane comprese in precedenza soltanto in parte sono ora comprese totalmente nelle aree sottoposte a divieto. Si sta parlando della Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte, Lazio e Friuli Venezia Giulia, oltre a Umbria e Veneto, entrambe già inserite in maniera totale.
La Federcaccia Italiana della Caccia ha commentato negativamente questa novità, trovando difficile condividere le linee guida che hanno portato ai nuovi limiti: l’associazione venatoria chiederà un chiarimento a tal proposito, oltre a una modifica del provvedimento, in modo che non abbia conseguenze per i cacciatori e tuteli l’interesse della salute pubblica.